Vittorio Feltri, l’annuncio improvviso spiazza tutti: il rischio è altissimo

È un Vittorio Feltri scatenato, ironico, pungente. Come al solito, direbbe qualcuno. Nel suo ultimo editoriale uscito su «Libero Quotidiano» il noto giornalista bergamasco ha detto la sua sull’argomento del giorno: l‘utero in affitto. O “maternità suggogata”, che dir si voglia. Un argomento delicato che divide la politica italiana tra detrattori e favorevoli e che dimostra ancora una volta l’incomunicabilità tra la destra e la sinistra sui diritti civili. E sui social il dibattito è feroce. Insomma la questione fa discutere…

Utero in affitto, Vittorio Feltri spiazza tutti: il rischio è altissimo

C’è una legge che lo vieta a va rispettata”, scrive Vittorio Feltri in un articolo in cui lui parla anche della sua esperienza di figlio, di padre e con ironia di possibile “fidanzato” con Alessandro Sallusti: “Se per assurdo decidessimo di avere un figlio insieme, non potremmo farlo in Italia, c’è una legge…”. E ancora: “Una mamma che ha concepito un bimbo per conto terzi, una volta partorito, deve consegnarlo ai committenti. Ma siamo sicuri che il bebè sia contento di abbandonare chi lo ha generato, e siamo altresì sicuri che la donna in questione non soffra a privarsi della creatura che ha tenuto in grembo per nove mesi? Queste non sono domande retoriche, bensì riflettono dubbi da non sottovalutare….”. (continua a leggere dopo le foto)

Vittorio Feltri dice la sua sull’utero in affitto

Feltri ha spiegato di non avere nulla contro gli omosessuali, ma alcune cose lo lasciano perplesso: “Se il piccino finisce a una coppia di gay si solleva un dubbio. Non ci viene il sospetto che egli si trovi a disagio avendo due padri e neanche una mamma? Io non ho certezze e non ho nulla contro le coppie di omosessuali che gradiscano allevare un erede. Anzi, li capisco. Avere una culla piena scalda il cuore. Ma per spiegarmi meglio sono costretto a citarmi…”. E difatti poi il giornalista ha parlato del suo vissuto: quand’era piccolo è rimasto orfano di padre. (continua a leggere dopo le foto)

L’esperienza personale: orfano a sei anni

“Io sono rimasto orfano del mio babbo quando avevo sei anni (lui 43, morto di una malattia che oggi si cura con tre iniezioni di cortisone, morbo di Addison). Mi rimase solo la mamma che dovendo mantenere tre figli fu costretta a lavorare da mattina a sera. Inevitabile. Ebbene se all’improvviso avessi avuto due genitrici (il lesbismo non c’entra) non sarei affatto stato contento. La seconda, cioè quella arrivata in sostituzione del papà, non l’avrei gradita…”, le parole di Feltri. “Io, ovviamente, amavo mia madre, se fosse morta lei invece di mio padre e questi si fosse sposato con un suo amico mi sarei suicidato col fucile da caccia che stava in fondo a un cassettone. Le carezze e le attenzioni di una donna che ti ha messo al mondo credo siano insostituibili, irrinunciabili”, ha evidenziato il direttore bergamasco. (continua a leggere dopo le foto)

Vittorio Feltri: “Mettiamo che io e Sallusti…”

“Ipotesi assurda: mettiamo che io e Sallusti ci fidanzassimo e ci sposassimo per poi avere un bimbo da spupazzare. Andiamo all’estero, commissioniamo un neonato a una volonterosa e poi cerchiamo di portarlo a Milano per farlo crescere. Cosa succederebbe alla frontiera? Mai lo farebbero passare, le nostre leggi lo impedirebbero. Dove lo metteremmo, in frigorifero? Cerchiamo di essere seri e andiamo avanti all’antica quando gli infanti si facevano in casa con una mamma…”, ha concluso il giornalista.