Le persone migliori sono quelle che amano gli animali

 

Il 90 per cento degli americani si considera “mamma” o “papà” del proprio pet (poco importa se si sta parlando di un mini porcellino o di un gatto ipoallergenico); che il 20 per cento dei “genitori” occidentali include gli animali nei propri testamenti o polizze vita; l’abbigliamento sportivo per cani cresce in doppia cifra (dagli scarponcini da montagna ai cardiofrequenzimetri), esistono catene di alberghi, ristoranti, canali televisivi “pets only”; impazza la chirurgia plastica per lenire sui loro musetti le tracce della vecchiaia, visto che la loro vita media è raddoppiata e presto avremo gatti trentenni e cani venticinquenni…

“Potrei proseguire per ore – dice Guido Guerzoni, che insegna alla Bocconi progettazione museale e dirige il progetto del museo M9 di Mestre, autore del libro “Pets. Come gli animali domestici hanno invaso le nostre case e i nostri cuori “.

E ancora “il processo di parentizzazione sfocia in forme di antropomorfizzazione che stanno creando un universo parallelo, con beni e servizi identici ai nostri. È un fenomeno che oggi riguarda 35 milioni di italiani e 3,5 miliardi di persone nel mondo, la metà degli umani, che possiedono ufficialmente 1,7 miliardi di pets, cifra sicuramente sottostimata, ma che già oggi pareggia il numero dei ragazzi: 1.612.844.201 pets contro 1.862.956.492 under 14”.

“E’ innegabile che l’ingresso degli animali nel nostro panorama affettivo sia un fatto storico, che per altro giudico positivamente” aggiunge lo scrittore in un’intervista a Repubblica.it – Perché esprime un minimo di riconoscenza dopo millenni di ingratitudine. Aver riconosciuto che gli animali che vivono con noi sono esseri senzienti, con emozioni e intelligenze così simili alle nostre, sta cambiando i rapporti verso il rispetto, l’empatia, la tolleranza”.

 

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