Kinessa Johnson, ex soldato dell’esercito che adesso “caccia” i bracconieri in Africa

 

E’ stata per quattro anni nelle forze armate americane come istruttore di armi da guerra ed esperta di meccanica.

Ex marine e con un fisico tutto muscoli e tatuaggi, se non fosse per quegli occhi di un celeste glaciale e i lunghi capelli biondi, la si potrebbe scambiare per uno dei suoi ex colleghi con i quali ha condiviso i pericoli di quel mestiere in giro per il mondo. Kinessa Johnson, questo il nome della veterana che vediamo in una immagine di CYNister Photography, aveva due passioni: le armi, che conosce come pochi, e gli animali. Soddisfatta la prima, da qualche tempo si è dedicata alla seconda. E per farlo, ha messo tutta se stessa, fucile compreso. Sì, perchè, come ha dichiarato lei stessa in più di una occasione, “combattere contro bracconieri armati è pericoloso e, naturalmente, bisogna difendersi. Non vogliamo fare del male a nessuno, ha precisato, collaboriamo con i ranger così che possano fare il loro lavoro di salvaguardia in sicurezza”.

La vita dei ranger, in molti Paesi africani, è estremamente dura. Proteggere animali come i rinoceronti, cacciati per il loro preziosissimo corno, o gli elefanti, per via dell’avorio, spesso si è tradotto in fatti di cronaca che hanno visto l’uccisione di animali e ranger al seguito.
Persino i gorilla di montagna, nonostante siano passati anni dalla tragedia che coinvolse Dian Fossey, la ricercatrice uccisa dai bracconieri il 26 dicembre dell’85, continuano ad essere drammaticamente perseguitati.

Tanto che, anche in quelle amene altitudini, le guardie sono armate. E’ giovane, Kinessa, ironia del destino, è nata il 27 dicembre del 1985, il giorno dopo dell’assassinio della Fossey. Certe volte i fatti si rincorrono, altre volte sembrano incrociarsi, seppure le distanze appaiano incolmabili. Così, mentre la ex marine si sta riprendendo da una convalescenza che l’ha costretta in un letto di ospedale per un pò, le intenzioni di tornare dalle parti del Kruger Park, in Sudafrica, sembrano esserci tutte. “I ranger ed il servizio di protezione, scrive la Johnson mentre pubblica l’immagine di un salvataggio di un rinoceronte, stanno facendo un ottimo lavoro. Non vedo l’ora di tornare”. (IlMessaggero)

 

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