Vogliono lo Ius soli ma non danno la cittadinanza a chi ne ha diritto. Lo scandalo di Damith
Paradossi della sinistra. Il Pd vuole lo Ius soli. Ma lo Stato italiano non riesce a garantire a un immigrato il diritto a prendere la cittadinanza, pur avendone tutti i requisiti. La vicenda riguarda Damith K., cittadino dello Sri Lanka che vive regolarmente in Italia da 23 anni ed è titolare di una carta d’identità rilasciata dal Comune di Golfaranci e di una tessera sanitaria emessa dalla Regione Sardegna. Secondo le normative vigenti Damith ha diritto a richiedere e ottenere la cittadinanza italiana attraverso la presentazione di una domanda al prefetto di Sassari. La domanda deve però essere corredata dai certificati di nascita e penale rilasciati dalle autorità dello Sri Lanka. Poi, su questi documenti le autorità diplomatiche italiane dello Sri Lanka dovranno apporre un apposito visto. con timbro e firma del consolato. Pochi e veloci passaggi. Ma solo sulla carta.
Ius soli, la beffa per ottenere la cittadinanza
E che succede? Per ottenere il visto è indispensabile essere ricevuto dal consolato italiano a Colombo, seguendo via internet la procedura “PrenotaOnline.esteri.it“. L’unica procedura prevista dall’attuale organizzazione del ministero per gli Affari Esteri. Ma ecco la beffa: la procedura non funziona. Damith, infatti, ci prova inutilmente da ben cinque anni. L’immigrato cingalese aveva già anche individuato a Combo una persona come suo legale rappresentante, visto che lui si trova in Italia. Ma purtroppo non è riuscito a superare lo scoglio della richiesta online.
La procedura “PrenotaOnline.esteri.it”
A quel punto Damith si è rivolto a un’avvocatessa italiana (che preferisce restare anonima) che si è interessata in prima persona per risolvere il problema. «Pensavo fosse davvero semplice – ci racconta il legale – Ho tentato io stessa seguendo la procedura “PrenotaOnline.esteri.it” e mi sono resa conto che non funziona. Il softtware si intoppa e diventa un muro invalicabile. Successivamente ho scritto via mail all’Ambasciata di Colombo senza ottenere alcuna risposta. A quel punto ho scritto alla segreteria e al capo di gabinetto del ministro degli Esteri».
La risposta
E subito dopo è arrivata la risposta. «… con riguardo alla sua lamentela e anche su indicazione del ministero degli affari esteri questa ambasciata ha già da tempo segnalato al ministero, che ne cura l’applicazione, i disservizi che l’illecito hackeraggio del sistema di prenotazione… determinano…. Tale dissevizio è noto da tempo ed è stato ripetutamente segnalato a Roma, che lo gestisce per tutta la rete. Il Ministero ha concordato sulla necessità di trovare una soluzione, che si sta attivamente ricercando, nei limiti della normativa in materia. Siamo estrememente spiacenti per quanto accaduto ma ci creda, i nostri uffici sono le prime vittime di questa situazione perché ricevono continuamente richieste e ingiuste accuse di inefficienza. Le seconde vittime sono anche le persone, come lei, che in buona fede fanno le loro richieste».
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