Usa-Iran, la notte dell’attacco. Trump: “Distrutti tre siti nucleari”. Teheran: “Grave violazione, ci saranno conseguenze”

Un’escalation senza precedenti ha scosso il Medio Oriente nella notte tra sabato e domenica, quando gli Stati Uniti, sotto la guida di Donald Trump, hanno sferrato un massiccio attacco aereo contro tre impianti nucleari iraniani. L’operazione, descritta da Trump come un “successo spettacolare”, ha acceso la miccia di una crisi internazionale dalle conseguenze potenzialmente devastanti.

L’offensiva, condotta congiuntamente con Israele, ha preso di mira gli impianti di Fordow, Natanz e Isfahan. Sei bombe bunker-buster GBU-57 sono state sganciate su Fordow da velivoli stealth B-2, mentre trenta missili Tomahawk hanno colpito simultaneamente Natanz e Isfahan. Trump ha affermato che i raid hanno “neutralizzato” le capacità di arricchimento dell’uranio iraniane, un passo cruciale per la sicurezza di Stati Uniti, Israele e del mondo.

Reazioni incandescenti da Teheran e condanna internazionale

La risposta iraniana è stata immediata e rabbiosa. Sebbene le autorità iraniane minimizzino i danni e affermino che gli impianti erano stati evacuati in precedenza, la reazione politica è stata feroce. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha denunciato una “violazione della Carta delle Nazioni Unite” e del diritto internazionale, promettendo “conseguenze eterne”. La televisione di Stato ha annunciato che “ogni cittadino americano nella regione è ora un legittimo obiettivo”.

La comunità internazionale ha espresso un’unanime condanna. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso “grave allarme”, definendo l’attacco una “minaccia diretta alla pace e alla sicurezza internazionale”. L’Unione Europea e diversi governi arabi hanno espresso preoccupazione per una possibile escalation incontrollabile.

Trump: “Pace o tragedia” e l’ombra di un cambio di regime

In un discorso alla Casa Bianca, Trump ha sottolineato che l’obiettivo dell’operazione era “annullare le capacità di arricchimento di Teheran e la sua minaccia nucleare”. Ha avvertito che “a questo punto o ci sarà la pace, oppure una tragedia come mai prima”, lasciando intendere la possibilità di ulteriori attacchi in caso di mancata collaborazione da parte dell’Iran.

Nonostante le rassicurazioni, l’attacco solleva interrogativi sulla reale intenzione dell’amministrazione Trump. Fonti diplomatiche suggeriscono che Washington non miri a un cambio di regime, ma a riportare Teheran al tavolo dei negoziati. Tuttavia, il tono perentorio del presidente e le reazioni iraniane suggeriscono che la situazione sia ben lontana dalla stabilizzazione.

Iran in stato d’assedio, allerta globale per gli alleati USA

Nelle ore successive all’attacco, l’Iran ha imposto un blackout totale di internet e innalzato al massimo il livello di allerta. Le forze armate iraniane, in particolare i Guardiani della Rivoluzione, hanno rilasciato dichiarazioni bellicose, annunciando che “la guerra è cominciata”.

Gli Stati Uniti hanno avviato l’evacuazione volontaria dei cittadini americani da Israele e Cisgiordania, in previsione di possibili ritorsioni. Gli alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente e nel mondo sono in stato di allerta, con la preoccupazione di un’ulteriore destabilizzazione della regione.

Un punto di non ritorno?

L’attacco contro gli impianti nucleari iraniani segna un punto di svolta nella crisi tra Stati Uniti, Israele e Iran. L’amministrazione Trump sembra puntare a un colpo di forza per costringere l’Iran a cedere sul piano nucleare. Tuttavia, il rischio di un conflitto su vasta scala è elevatissimo. Il mondo osserva con trepidazione, consapevole che la risposta iraniana potrebbe riscrivere gli equilibri del Medio Oriente e avere ripercussioni globali. La scintilla è stata accesa, e le conseguenze potrebbero essere imprevedibili.