UK, focolaio Febbre di Lassa: deceduto un neonato

Non c’è solo il coronavirus Sars-CoV-2 a spaventare il mondo intero in questo periodo. Il virus che ha provocato la pandemia ci ha insegnato come ci voglia praticamente nulla perchè un agente patogeno si diffonda in tutto il mondo molto velocemente, questo grazie anche ai mezzi di trasporto. Il Sars-CoV-2, che provoca la malattia Covid-19, è stato il primo coronavirus a scatenare una pandemia. Ma appunto non c’è solo il Covid a destare apprensione.

In queste settimane, leggendo i giornali di tutto il mondo, si è appreso dell’esistenza di un’altra malattia virale, la Febbre di Lassa. Si tratta di una infezione virale che può causare anche emoraggie e portare il paziente alla morte nel giro di pochissimi giorni. Scoperta per la prima volta in Africa, nell’omonima città di Lassa, in Nigeria, in questi anni la malattia è stata riscontrata anche in altre parti del mondo. Recentemente un intero nucleo famigliare è stato contagiato in Gran Bretagna. La Febbre di Lassa è un virus molto simile all’Ebola, ma meno contagioso e con una letalità più bassa.

Morto un neonato

Nel Regno Unito in queste ore c’è molta apprensione per quanto riguarda la diffusione della malattia, dopo appunto che un intero nucleo famigliare è rimasto contagiato. Purtroppo si era diffusa la notizia che il virus aveva provocato un morto: si tratta di un neonato, secondo quanto specificato dalle fonti di informazione.

Anche i sanitari che sono entrati in contatto con i pazienti infettati dal patogeno Lassa sono stati isolati ed è cominciato il tracciamento dei contatti stretti, così come si fa per contrastare la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2. Le generalità del bimbo morto in Gren Bretagna non sono state rese note per motivi di privacy.

Il contagio con il patogeno che provoca la Febbre di Lassa avviene per contatto diretto con feci o materiale organico di animali infetti, specialmente i ratti; l’uomo non è mai portatore della malattia ma può contagiarsi appunto. “In alcuni casi, dopo la trasmissione accidentale, può avvenire la trasmissione da uomo a uomo, per contatto diretto con sangue, tessuti, secrezioni o escreti di persone infette, soprattutto in ambito familiare e nosocomiale” – così spiega l‘Istituto Superiore di Sanità italiano.