Scordatevi già gli spostamenti. Adesso arriva la nuova stretta

 

 

Il piano per contrastare l’espandersi del Covid-19 in Italia, che include anche la campagna di vaccinazione, è considerata dal governo come la priorità assoluta in questa fase.

Il motivo è evidente. I numeri legati alla pandemia, infatti, non appaiono incoraggianti: ogni giorni si contano centinaia di morti e migliaia di contagiati mentre l’indice Rt sta superando la soglia di 1. Senza dimenticare che lo scenario è reso ancora più incerto dalle varianti del coronavirus in circolazione. Domani mattina alle 9:30 il premier Draghi riunirà il Consiglio dei ministri: all’ordine del giorno c’è il decreto legge che proibisce gli spostamenti tra Regioni anche gialle fino al 25 febbraio.

Con ogni probabilità questo divieto sarà prorogato almeno fino al 31 marzo. Un’idea che trova d’accordo anche il ministro della Salute Roberto Speranza che pensa che “sarebbe saggio” tenere chiusi i confini regionali ben oltre il 5 marzo. Ma l’esecutivo è al lavoro anche per porre le basi al prossimo Dpcm. Preoccupato per il rischio di una terza ondata, Draghi dovrà decidere la strategia da adottare per contenere il nemico invisibile.

Il sistema dei colori

Da alcuni colloqui tenuti con i ministri è emerso che il presidente del Consiglio sia per la linea del rigore assoluto, ma anche determinato a non penalizzare ulteriormente le attività produttive già duramente colpite da lockdown e chiusure locali. Per questo all’orizzonte potrebbe esserci una importante novità. Come spiega il Corriere della Sera, il sistema regionale dei tre colori in base alle fasce di rischio resterà, ma l’idea è di renderlo più formale che sostanziale. In altre parole, in base ai numeri si cercherà di agire a livello provinciale e comunale, magari facendo scattare le zone rosse dove ci sono i focolai e nei centri abitati limitrofi. Interventi mirati e locali per contrastare Covid-19 così da evitare ulteriori danni al sistema economico.

La posizione delle Regioni

Nel frattempo le Regioni non solo hanno sonoramente bocciato l’ipotesi di far scattare una zona arancione nazionale, ipotesi circolata nelle scorse ore, ma hanno anche chiesto di modificare proprio il modello dei tre colori, rivedendo i 21 parametri di classificazione. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha apertamente criticato questo sistema sottolineando che ci sono Regioni con terapie intensive messe peggio della sua ma che restano ancora in fascia gialla.

I governatori, in sostanza, chiedono a Draghi di mettere in atto una certa discontinuità, sia nel merito che nel metodo, con le azioni del governo Conte II. I presidenti, infatti, vorrebbero tra le altre cose un confronto costante sulle scelte Ma non solo. Perché dal premier i governatori si aspettano interventi per rendere “più efficiente” il sistema e una svolta sul modo di comunicazione così da evitare equivoci e disorientamento. Altro punto su cui gli amministratori locali si stanno battendo sono i tempi di provvedimenti: i governatori chiedono che le eventuali chiusure vengano comunicate con congruo anticipo.

La questione vaccini

Il ministro della Salute Roberto Speranza e quello per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, terranno domani pomeriggio una videoconferenza con i presidenti di Regione per fare il punto sulla delicata questione. A nome di tutti i suoi colleghi il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, farà presente al premier quanto sia urgente impegnarsi sulla campagna di vaccinazione, soprattutto dopo il taglio di dosi comunicato da AstraZeneca. Sul tavolo vi potrebbe essere una proposta tanto semplice quanto importante: il governo deve dare il via ad una produzione del farmaco anti-Covid anche su scala regionale incentivando le aziende farmaceutiche italiane.

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