Razzo cinese in caduta sulla Terra, impatto previsto per oggi

Un frammento di razzo cinese sta precipitando sulla Terra ma per adesso non è ancora certo dove potrebbe cadere. Il rottame, che fa parte del vettore Lunga Marcia 5B lanciato il 5 maggio scorso, non dovrebbe comunque fare vittime. Secondo Luciano Anselmo, esperto di detriti spaziali del Consiglio nazionale delle ricerche, «è molto probabili che

i detriti finiscano nell’oceano, mentre la possibilità che provochi delle vittime è milioni di volte inferiore a quella del coronavirus». La finestra temporale in cui era prevista la caduta del frammento si è chiusa alle 17,55. In assenza di testimoni oculari bisognerà attendere il responso dei satelliti per capire esattamente dove e quando sia avvenuto il rientro. (continua…)

Ci vorrà qualche ora per avere conferma dagli Stati Uniti, le cui forze spaziali sono dotate di una rete di satelliti all’infrarosso che serve a rilevare il lancio di missili e che potrebbe vedere anche la scia infuocata creata dalla caduta dell’oggetto.

Per ora del frammento si sa poco. Non c’è certezza nemmeno sulle sue reali dimensioni anche perché esiste scarsa documentazione sul razzo progettato per portare in orbita i pesanti moduli della futura stazione spaziale cinese. «Quello caduto potrebbe essere il primo stadio, che si stima abbia una lunghezza di 32 metri, un diametro di oltre 5 e un peso superiore alle 17 tonnellate – precisa l’esperto – (continua…)

Le forze spaziali americane, però, hanno detto di aver osservato con i radar un oggetto che si estende per 20 metri quadri, un dato incompatibile con il primo stadio. Potrebbe dunque trattarsi di un altro pezzo del razzo, magari uno stadio più piccolo progettato per dare una piccola spinta per l’entrata in orbita». Il rientro sulla Terra del frammento di razzo potrebbe dare grande spettacolo se dovesse avvenire in quella parte di mondo in cui è notte. L’entrata in atmosfera, infatti, dovrebbe lasciare una lunga scia di fuoco.

«Lo stadio di un razzo è fatto da pochi pezzi ma voluminosi – racconta ancora Anselmo – per cui non si può escludere che arrivi a terra qualche frammento che va da poche decine di centimetri a oltre un metro: penso soprattutto a serbatoi di titanio o acciaio contenenti gas pressurizzati o pezzi di motore che resistono alle alte temperature».