MI FA MALE LA PANCIA”. DOPO UNA TAC DI CONTROLLO, LA SCOPERTA CHOC

Il nostro corpo lancia dei segnali, i classici campanelli d’allarme ai quali non diamo, più di tanto, importanza. C’è chi non si preoccupa, ritenendoli malesseri passeggeri e chi ha paura di effettuare una visita o un esame di controllo.

La paura gioca novanta, ma, come tutti i medici consigliano, non bisogna mai temporeggiare dinnanzi a problematiche che inficiano pesantemente la quotidianità.

Se pensiamo che possano andar via da soli, ci sbagliamo di grosso e, continuando a ignorare il problema, potremmo solo determinarne un peggioramento.

Ci sono malattie subdole, insidiose, potenzialmente fatali se non vengono prese in tempo, che si manifestano con sintomi comuni a molte altre patologie decisamente non gravi.

Non siamo noi a dover fare la diagnosi differenziale ma dobbiamo necessariamente affidarci a chi ha le competenze per farlo. Il caso che vi riporto ne è un esempio lampante.

I fatti sono accaduti in Puglia, precisamente presso l’ospedale Venere di Bari. Qui è giunta una 61enne per sottoporsi ad una tac, in quanto da diverso tempo era tormentata da uno strano dolore e dal gonfiore addominale che non riusciva a placare in nessun modo. Decisa ad andare a fondo al problema, in modo da capire a quale cura, eventualmente, sottoporsi, la donna non poteva certo immaginarsi cosa sarebbe emerso dai risultati dell’esame strumentale.

L’esito della tac l’ha distrutta completamente. A crearle quei sintomi era un’enorme messa tumorale a livello addominale che partiva dal pavimento pelvico, estendendosi fin sotto il diaframma. Un quadro estremamente complesso, reso ancora più critico dal “completo sbandamento su un lato degli organi: cuore, aorta ed esofago, causato dalla compressione”. Una situazione davvero terribile che rischiava di mettere in serio pericolo la vita della donna.

La paziente, a quel punto, è stata sottoposta, il 18 ottobre 2022, ad un’operazione straordinaria, avvenuta presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Venere di Bari. Un intervento chirurgico durato 3 ore e mezza, guidato dal dottor Mario Vicino, ha portato alla rimozione di un’enorme massa tumorale, grande 22 centimetri per 32, pesante 8 chili. Con estrema prontezza e grandissima professionalità, che sono da sempre le caratteristiche degli specialisti pugliesi, il caso, molto complesso, è stato gestito in maniera encomiabile.

E pensare che solo 4 giorni prima, il 14 ottobre, la paziente era stata trasferita nella Chirurgia toracica dell’Istituto oncologico di Bari, dove il team del dottor Gaetano Napoli ha sottoposto la paziente ad una toracoscopia con drenaggio pleurico per poter eliminare circa un litro di liquido presente nel polmone, permettendo all’organo di espandersi nuovamente, e rimesso in asse gli organi.

Il direttore dell’Ostetricia e Ginecologia del ‘Di Venere’ ha dichiarato: “Il decorso post operatorio è ottimale per una paziente che è stata sottoposta ad un intervento salvavita di elevata complessità. È anche il risultato della grande collaborazione tra strutture sanitarie e, soprattutto, della capacità di diverse professionalità di mettere in comune efficacemente le proprie esperienze a tutela della salute delle persone: è senza dubbio una ricchezza per le aziende coinvolte, per il territorio e per i pazienti”. Un ringraziamento all’equipe medica che ha operato la 61enne, diretta dal dottor Vicino e composta dalle dottoresse Rosalia Latrofa ed Emma Bassi e dallo strumentista Vito Antonicelli.