Mario Draghi addio, la notizia è appena arrivata: “Per il Governo è finita”

Mario Draghi continua a suscitare sempre più malumori tra le forze del Parlamento. Lo stesso vale per quanto riguarda il calo della popolarità del Premier tra gli italiani, che lamentano un caro vita sempre più alto e costi delle bollette ormai alle stelle. Inoltre anche dal punto di vista geopolitico, la scelta di inviare armi all’Ucraina non è stata affatto gradita dalla maggior parte della popolazione, che sostiene, invece, una politica più neutrale e pacifica.

Alcune forze politiche ostili all’ex presidente della Bce vorrebbero cogliere la palla al balzo per spazzarlo via dalla scena politica. Secondo quanto sembra trapelare da alcune indiscrezioni, l’asse Movimento 5 stelle Lega è in agguato per tendere una trappola fatale al premier. C’è anche la data: ecco quando avverrà tutto.

Cosa sta per succedere

In molti l’hanno definita come la ‘trappola di San Luigi‘, per il 21 giugno ci si aspettano colpi di scena inattesi. Ad ordire questa sorta di complotto è soprattutto il Movimento 5 stelle spalleggiato dalla Lega, di nuovo amici come ai vecchi tempi contro un nemico comune: Mario Draghi. Quest’ultimo è previsto che per il 21 si rechi al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del prossimo 23 giugno.

Proprio a Palazzo Madama si starebbe preparando un ‘agguato’ al presidente del Consiglio. O meglio di questo ne sono convinti in molti, tra i quali spicca in particolare Matteo Renzi, che così ha rincarato la dose: “Il 21 giugno non prendete impegni. È il giorno in cui i grillini tenteranno l’assalto contro Draghi in Senato. Segnatevi questa data: 21 giugno, Palazzo Madama, pomeriggio. Io interverrò in Aula. Ma ricordatevi che questo inizio dell’estate segnerà l’inizio di un lungo inverno per Conte & company. Chi vivrà vedrà”.

Del resto lo stesso Giuseppe Conte non ha fatto mai mistero circa le posizioni dei 5 stelle in merito alla situazione Ucraina: “Vogliamo dare assolutamente il nostro contributo perché nella risoluzione espressa dal Parlamento ci sia questa nostra posizione forte, che è quella di imprimere una svolta per il negoziato di pace. Non dobbiamo favorire una escalation militare”. Non c’è dubbio che quando a Palazzo Madama si voterà in merito agli aiuti militari all’Ucraina e alle sanzioni alla Russia, i 5 stelle molto probabilmente si metteranno di traverso sfiduciando il premier. Non resta che attendere poche settimane per trovare conferma fattuale a queste voci.