Luoghi ‘super diffusori’ dove ci si contagia di più

L’emergenza Coronavirus, già affrontata nel corso della prima ondata e tornata minacciosa dopo l’estate, ha costretto l’Italia, e tutto il mondo in generale, a ricorrere a nuove drastiche misure di restrizione.

Il tema, attuale a tutte le latitudini, riguarda i luoghi dove risultano più frequenti i contagi, i cosiddetti super diffusori, ed uno studio condotto in Puglia dal virologo Pier Luigi Lopalco ha provato a rispondere alla domanda, partendo dal focolaio scoppiato in uno stabilimento in cui si lavorano le carcasse ad uso alimentare: 

la scoperta riguarda le modalità con cui il freddo delle celle e l’umidità abbassano le difese immunitarie degli operatori. Fondamentale, in questi luoghi che non potranno chiudere neppure in regime di lockdown pena la paralisi totale degli approvvigionamenti, sarà l’uso delle mascherine e la rigida osservanza del distanziamento sociale. I super diffusori di Coronavirus

Discorso analogo si può fare per le chiese, soprattutto negli States dove è nutrita la presenza di cori, con conseguente, inevitabile, emissione dei pericolosi droplet: non stupisce, infatti, come le “case del Signore” siano diventate ben presto dei cluster di Covid-19 in molti Paesi del mondo. (Continua..)

Anche la Scala a Milano e le carceri, vuoi per le famose “goccioline”, vuoi per l’impossibilità di garantire la necessaria distanza tra una persona e l’altra, hanno giocato un ruolo importante in favore del virus. Altri super diffusori sono gli stadi, anche se all’aperto, e le discoteche. Una nota a parte meritano i ristoranti, dove ha suscitato più di qualche polemica la scelta di chiuderli dopo le 18.

Una decisione non riconducibile “all’orario di pericolosità del virus”, motivazione che avrebbe dato adito all’ilarità generale, quanto piuttosto alle abitudini degli italiani, dove il pranzo è di solito più formale, rapido e legato ad immediate esigenze lavorative. Per le palestre, poi, è stato dimostrato come i contagi fossero maggiori nelle lezioni di gruppo, come ad esempio di Zumba, che non in ambienti di allenamento individuale, mentre per le aule scolastiche e i trasporti si rimanda ai comportamenti: la distanza sociale ed il corretto uso delle mascherine risultano condizioni imprescindibili.