La Lamorgese torna alla carica: “Cambiamo i decreti Salvini”

Tutto secondo i piani: passata la peggiore ondata del Coronavirus e approvata la maxi regolarizzazione degli immigrati, Luciana Lamorgese torna all’attacco e mette nuovamente nel mirino i decreti sicurezza che portano la firma di Matteo Salvini.

Non c’è tempo da perdere: l’attuale ministro dell’Interno vuole procedere il prima possibile e perciò ha messo fretta ai colleghi del governo composto da Italia Viva, Liberi e uguali, Movimento 5 Stelle e Partito democratico. L’intento è chiarissimo: modificare entrambi i dl. “Spetta ora alle forze di maggioranza e al governo decidere tempi e modalità per riprendere in mano anche questo tema“, ha dichiarato per tentare di far accelerare le operazioni di smantellamento.

L’ex prefetto di Milano ha inoltre aggiunto che il lavoro svolto fino a febbraio al Viminale per predisporre un testo “non andrà certo perduto“. Effettivamente nei cassetti del dicastero in questione era già pronta una revisione, con gli uffici del Ministero dell’Interno che si erano messi immediatamente al lavoro per studiare le modifiche sollecitate dal Quirinale. Su questa direzione l’esecutivo giallorosso si è dimostrato compatto dopo le modifiche richieste dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma dal Viminale avevano lamentato che non si era mai svolto un incontro tra le compagini della maggioranza per cercare una sintesi comune sul tema, nonostante il testo fosse pronto già da novembre.

Il piano sui flussi migratori

Ma cosa potrebbe cambiare? Ci sarebbe la volontà di ripensare profondamente i tagli all’accoglienza voluti dal leader della Lega, magari tramite un intervento legislativo. In generale sono stati individuati 4 nodi per rivedere le norme: reintroduzione della particolare tenuità del fatto, distinzione delle categorie nelle norme che puniscono l’oltraggio e la resistenza al pubblico ufficiale, inserimento di una chiara indicazione sulle tipologie delle navi e ripristino del requisito della recidiva per la confisca. Con la piena consapevolezza che mettere le pezze occasionalmente non è la causa che si vuole sposare.

La titolare del Viminale, nell’intervista rilasciata a La Repubblica, ha parlato pure della regolarizzazione dei lavoratori stranieri: “È il frutto di un impegno collettivo – con i ministri Bellanova, Catalfo e Provenzano – che ha avuto al Viminale un punto di mediazione“. E ha parlato dell’impegno – che definisce rafforzato – nell’ambito dei flussi migratori: “Lungo la frontiera orientale sono stati inviati 100 militari e altri ne arriveranno“. Intanto l’Italia resta in attesa della proposta della Commissione sul nuovo patto europeo su immigrazione e asilo: “Come da richiesta non solo nostra, dovrebbe tenere conto del meccanismo di ricollocazione in Europa dei migranti salvati in mare e della responsabilità degli Stati di bandiera della navi delle Ong“.