In Polonia non ci può essere un “caso Trump”: “I social non potranno sospendere gli account”. Pronta la legge

 

Da EuropaToday – La sospensione e tempo indeterminato degli account social di Donald Trump è stata salutata quasi unanimemente come un gesto necessario per eliminare i rischi di ulteriori violenze nel Paese. Ma non a tutti la cosa è piaciuta.

La Polonia ad esempio, dove al potere c’è il partito Diritto e Giustizia, vicino alle posizioni del presidente uscente degli Stati Uniti, vuole evitare che in futuro Facebook o Twitter possano fare la stessa cosa anche nel Paese.

“No alla censura”
“Gli algoritmi o i proprietari di giganti aziendali non dovrebbero decidere quali opinioni sono giuste e quali no”, ha scritto il primo ministro, Mateusz Morawiecki, su Facebook all’inizio di questa settimana in un chiaro riferimento a Trump, aggiungendo che “non può esserci consenso alla censura”.

Per questo il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro, ha presentato un disegno di legge che punta a rendere illegale per le società di social media rimuovere i post che non violano la legge polacca.

Il premier Morawiecki si è addirittura spinto a paragonare la decisione di Twitter e Facebook alla censura applicata dal regime comunista durante l’epoca della Repubblica popolare polacca.

“Per quasi 50 anni abbiamo vissuto in uno Stato in cui la censura era all’ordine del giorno e regolamentata, dove ci dicevano cosa dovevamo pensare, dire e sentire, e cosa no”, ha detto, aggiungendo che “negli ultimi decenni internet è diventato un simbolo della libertà di espressione: uno strumento più democratico, un forum gigantesco in cui tutti possono esprimersi liberamente, impossibile da immaginare 20 anni fa”

Libertà di parola

Secondo il premier “la non regolamentazione di internet porta benefici, ma negli ultimi tempi grandi società transnazionali hanno iniziato a strumentalizzarlo per aumentare i profitti e rafforzare il loro dominio globale”, e lo avrebbero fatto “anche combattendo contro quei politici che non la pensano come loro”.

Morawiecki ha detto di ritenere che “la libertà di parola è il sale della democrazia, e per questo va difeso”, anche se nel Paese ci sono tre attiviste Lgbt+ che rischiano il carcere per avere esposto una effige della Madonna con un’aureola arcobaleno.

Come ricorda il Guardian negli ultimi anni Facebook si è esposto in numerose occasioni bloccando i contenuti di organizzazioni e politici polacchi di estrema destra.

Il controverso ex eurodeputato Janusz Korwin-Mikke, del partito Konfederacja, ha subito a novembre la chiusura del suo account che aveva 780mila follower, per quelle che Facebook ha definito ripetute violazioni degli standard della comunità. Korwin-Mikke ha accusato Facebook di essere gestito da “fascisti e bolscevichi”.

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