Il comizio della Rackete sulla tv di Stato: ecco le domande che Fazio non le ha fatto

Lunghi applausi su Rai 2 per Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ospite ieri a Che Tempo che Fa.

Ma più che un’intervista quella di Fabio Fazio alla capitana finita in manette per aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, è stata una celebrazione. Non un dialogo ma un monologo della giovane attivista, che ha parlato dell’emergenza migranti che prosegue nel Mediterraneo. Anche se, da quando lei è andata via, accusa, i “riflettori si sono spenti”. Per questo è tornata in Italia, dice. “Per sollevare la questione”. Dov’è finita “l’umanità”, si domanda la trentenne di Preetz. Di fronte alla lezione della capitana, Fazio non può far altro che alzarsi in piedi e applaudire la ragazza che ha sfidato le leggi del nostro Paese forzando il blocco dei militari per far sbarcare 40 migranti nel porto di Lampedusa.

Fra loro, ricorda provocatoriamente Giorgia Meloni su Twitter, c’erano anche tre presunti torturatori. Ma il conduttore di Che Tempo che Fa ha preferito non ricordarlo alla Rackete, che così ha potuto fare la morale al nostro Paese senza contraddittorio. Il tutto grazie al canone pagato dai cittadini. La standing ovation finale ha sugellato la riabilitazione dell’attivista tedesca, ospite da Fazio assieme a Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia e a Muhamad Diaoune, rifugiato senegalese che gioca a calcio nella Sant’Ambroeus di Milano. Non una parola, neppure sulla discussa frase che la Rackete disse alla tv tedesca Zdf, a proposito dell’insistenza del ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, perché i profughi a bordo della Sea Watch 3 “fossero registrati in Italia”. Oppure del perché le frontiere tedesche, al contrario di quelle italiane siano blindate, come pure i porti francesi. Altro che accoglienza: i servizi segreti interni di Berlino ormai da un po’ respingono quasi sistematicamente le domande d’asilo presentate dai migranti che vengono soccorsi nel canale di Sicilia e che sbarcano in Italia o a Malta. Gli stessi soccorsi dalla Ong di Carola.

Si glissa anche sul tema dell’immigrazione clandestina, sui crimini dei trafficanti di uomini in passato accusati da certe procure di una pericolosa connivenza con le Ong. Ma Fazio preferisce mantenersi sul vago e limitarsi a chiedere alla capitana se è contenta di esser tornata in Italia. Si parla di umanità, ma Carola avrà pensato alle conseguenze del suo gesto quando ha deciso di usare la forza e investire la nave delle Fiamme Gialle che presidiava la banchina? Avrebbe potuto ammazzarli quegli agenti, scrive la leader di Fratelli d’Italia su Twitter. Anche Matteo Salvini sui social batte sullo stesso punto. “Sulla tv pubblica, pagata da tutti, è andata in onda, accolta con tutti gli onori, una che se ne è infischiata delle nostre leggi e ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza rischiando di ammazzare gli occupanti”, cinguetta il leader leghista.

Poteva essere un’occasione per fare chiarezza su tanti aspetti di quella vicenda, ma ad andare in scena è stata una canonizzazione della ragazzina ribelle che continua a dividere l’opinione pubblica. Non a caso ad ascoltarla c’erano 3 milioni di persone e 330mila sono stati i commenti lasciati dagli utenti sui social. Il comizio della capitana si conclude con un appello: quello per i migranti che scappano dalle catastrofi legate ai cambiamenti climatici. “Bisogna fare qualcosa per loro”, dice ai telespettatori. E lei sembra di nuovo pronta a mettersi in gioco.