Guerra Iran, la decisione del governo italiano dopo l’attacco americano
La crisi mediorientale si fa sempre più spinosa dopo il recente bombardamento statunitense su tre siti nucleari iraniani, un’azione che ha scatenato una serie di reazioni a livello internazionale e ha acceso i timori di un’escalation militare di portata globale. In Italia, il governo guidato dalla presidente Giorgia Meloni monitora con massima attenzione gli sviluppi e ha adottato misure di sicurezza per tutelare gli interessi nazionali e i propri militari all’estero.
Nelle prime ore della mattinata, è stata convocata una riunione d’urgenza in videoconferenza tra i ministri competenti, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i vertici dell’intelligence italiana. L’obiettivo è stato quello di garantire un costante aggiornamento sull’evoluzione della situazione e di valutare eventuali azioni da intraprendere. La massima prudenza caratterizza le decisioni del governo, che si prepara a rispondere prontamente a eventuali minacce o sviluppi critici.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di un’edizione straordinaria del Tg1, ha confermato l’attivazione di misure di sicurezza per i contingenti italiani presenti all’estero. “Abbiamo già iniziato dall’altro ieri a mettere in sicurezza le nostre truppe”, ha dichiarato il ministro, sottolineando che nessun contingente italiano è stato coinvolto direttamente nel conflitto né costituisce un bersaglio prioritario. Alcuni gruppi di militari sono stati comunque spostati da zone ad alto rischio, in modo da ridurre i rischi di danni collaterali.
Crosetto ha descritto l’attacco statunitense come un vero e proprio cambio di paradigma nella situazione, evidenziando come ora ci si attenda “una risposta molto più forte” da parte dell’Iran, capace di colpire ovunque ci siano interessi statunitensi. Il ministro ha anche riferito che i servizi di intelligence italiani avevano previsto un possibile attacco, monitorando attentamente i movimenti dell’aviazione americana, che nelle ore precedenti aveva fatto intuire l’imminente azione militare. In particolare, il sito di Fordow, nascosto sotto 90 metri di roccia e considerato uno dei più strategici, è stato il obiettivo principale dei bombardieri statunitensi dotati della più potente capacità di penetrazione sotterranea al mondo.
Le reazioni politiche italiane si sono fatte subito sentire. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra ha chiesto al governo di riferire urgentemente in Parlamento, sollecitando un passo ufficiale che chiarisca le decisioni in corso e le modalità di risposta diplomatica. “Occorre un’immediata iniziativa per fermare l’escalation e far tacere le armi”, ha scritto sui social network.
Dall’opposizione, anche Enzo Amendola del Partito Democratico ha puntato il dito contro l’ex presidente Donald Trump, criticando l’inerzia diplomatica e colpevolizzando l’ex premier americano di aver alimentato il caos con le sue decisioni. “È la notte della ragione, una spirale di guerra che si autoalimenta senza sbocchi diplomatici”, ha commentato Amendola.
L’Italia si trova in una posizione delicata: da un lato, deve tutelare le proprie truppe e cittadini coinvolti nelle crisi in corso, dall’altro, mantenere una credibilità diplomatica internazionale. La crescente preoccupazione riguarda un possibile allargamento del conflitto, coinvolgendo anche attori non direttamente interessati, e rischiando di sfociare in una crisi di proporzioni ancora più vaste.