Guerra in Ucraina, Zelensky: “Se non parliamo con Putin è terza guerra mondiale”

Guerra in Ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky ha rilasciato alcune dichiarazioni sul conflitto, ribadendo la necessità di un confronto diretto con il suo omologo russo. Intanto, la Turchia ha manifestato la convinzione che i negoziati tra le delegazioni che rappresentano Kiev e Mosca stiano per raggiungere un accordo.

Guerra in Ucraina, Zelensky: “Se non parliamo con Putin è terza guerra mondiale”
Nel primo pomeriggio di domenica 20 marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un messaggio sul suo account Telegram ufficiale, affermando: “Non abbiamo un territorio enorme, da oceano a oceano. Non abbiamo armi nucleari. Non riforniamo il mondo con benzina e gas. Ma abbiamo la nostra gente e la nostra terra. E per noi questo è oro”.

Il messaggio è stato accompagnato dal presidente ucraino con alcune foto che mostrano la vita quotidiana dei soldati che fanno capo a Kiev.

Nel corso di un’intervista rilasciata alla CNN, poi, Zelensky ha anche dichiarato: “Dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi chance di poter parlare con Putin. Se questi tentativi falliscono, allora vuol dire che questa è la terza guerra mondiale – e ha aggiunto –. Sono pronto a negoziare. Sono stato pronto negli ultimi due anni.

Senza i negoziati non si può mettere fine a questa guerra”.

Negoziati Russia-Ucraina, Turchia: “Parti pronta a un accordo”
Sull’andamento dei negoziati, la Turchia che ha garantito l’esistenza di progressi significativi tra le delegazioni che rappresentano la Russia e l’Ucraina.

A questo proposito, in particolare, si è espresso il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, che ha recentemente visitato sia Mosca che Kiev e che ha presenziato all’incontro tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il ministro degli Esteri ucraino Kuleba organizzato ad Ankara.

Il ministro Cavusoglu, infatti, ha rivelato: “Vediamo che le parti sono vicine a un accordo”.

Il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, poi, durante un’intervista rilasciata al quotidiano Hurriyet, ha affermato che le delegazioni stanno negoziando su sei punti chiave: neutralità, disarmo e garanzie di sicurezza dell’Ucraina, status della regione separatista del Donbass, status della Crimea annessa alla Russia nel 2014, denazificazione, rimozione degli ostacoli all’impiego della lingua russa in Ucraina.

Guerra in Ucraina: “Registrati segnali preparazione delle forze armate in Bielorussia”
Nel primo pomeriggio di domenica 20 marzo, mentre proseguono gli attacchi ordinati dal Cremlino contro l’Ucraina e i civili indifesi, lo stato maggiore delle forze ucraine ha riferito che il pericolo di un’offensiva messa in atto dalla Bielorussia non è ancora stato scartato. Secondo le forze di Kiev, infatti, pare che Minsk si stia preparando ad entrare in guerra a fianco di Mosca, puntando verso Volyn.

In merito al rischio che anche la Bielorussia scenda in campo, il Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale il seguente messaggio: “Sono stati registrati segnali della preparazione delle forze armate della Repubblica di Bielorussia per l’invasione diretta dell’Ucraina. Le forze di difesa del nostro stato sono pronte a respingerle”.

Per quanto riguarda l’esercito russo, invece, il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky e capo della delegazione ucraina, Mykhailo Podolyak, ha scritto un tweet sull’uccisione di sei generali russi. In particolare, Podolyak ha comunicato: “È impressionante l’alto tasso di mortalità tra gli alti ufficiali delle forze russe. sono già stati uccisi sei generali: Tushayev, Gerasimov, Kolesnikov, Sukhovetsky, Mityaev e Mordvichev. Decine di colonnelli e altri ufficiali. Vuol dire che l’Esercito russo è totalmente impreparato e combatte solo con i numeri e i missili cruise”.

 

Deposito militare ucraino distrutto dai missili russi
Il portavoce del Ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha comunicato l’avvenuta distruzione di un grande deposito militare di lubrificanti e carburante ucraina destinato a rifornire i mezzi corazzati. Il deposito distrutto si trova in prossimità della città di Kostyantinivka, nella regione di Mykolaiv, situata nella parte meridionale dell’Ucraina.

Per effettuare l’attacco, sono stati utilizzati un Kinzhal, lanciato contro il deposito da un aereo militare russo che stava sorvolando la Crimea, e dei missili da crociera Kalibr, provenienti da unità navali presenti nel Mar Caspio.