Guerra in Ucraina, Johnson: “Le banche russe non potranno avere accesso alla sterlina”

Guerra in Ucraina: proseguono gli attacchi delle truppe russe autorizzati nella notte dal presidente Vladimir Putin. Mentre il Consiglio Europeo si è riunito per stabilire nuove sanzioni contro la Russia, il primo ministro britannico Boris Johnson ha rilasciato alcune dichiarazioni volte a condannare l’operato dell’omologo russo.

Guerra in Ucraina, Johnson: “Le banche russe non potranno avere accesso alla sterlina”
Nel tardo pomeriggio di giovedì 24 febbraio, il premier del Regno Unito, Boris Johnson, ha rilasciato alcune dichiarazioni con le quali ha duramente condannato la decisione del presidente russo Vladimir Putin di procedere all’invasione dell’Ucraina.

A questo proposito, il premier britannico ha affermato: “Putin non potrà mai levarsi il sangue ucraino dalle mani. Faremo tutto ciò che potremo per aiutare l’Ucraina.

Dobbiamo porre fine alla dipendenza dal gas russo. Apprezzo l’iniziativa di fermare il gasdotto della Germania. Annunceremo le sanzioni più pesanti che la Russia abbia mai visto. Insieme agli USA stiamo imponendo un fermo su tutti gli asset russi. Le banche russe non potranno avere accesso alla sterlina e non potranno avere accesso al nostro sistema di pagamento. Gli USA stanno prendendo misure simili. Ci saranno sanzioni anche sulla Bielorussia.

Congeleremo i beni di altri 100 individui, tra cui tutte le industrie che sostengono la macchina russa. Vieteremo l’esportazione di tutti gli oggetti di duplice uso, come l’equipaggio tecnologico, l’elettronica e le comunicazioni. Limiteremo le capacità russe negli anni a venire. Gli oligarchi a Londra non avranno nessun posto dove nascondersi. Non escludiamo alcuna opzione. Dobbiamo essere uniti nel G7 e negli altri forum. Contrasteremo la tempesta di fake news del Cremlino, diremo l verità sulla guerra di Putin.

Vogliamo Proteggere i paesi europei che non sono membri NATO ma potrebbe essere mira di attacchi russi. Dobbiamo rafforzare le misure della NATO. Abbiamo la volontà di difendere la pace e la giustizia. Popolo russo, non posso credere che questo orrore sia compiuto nel vostro nome. Fratelli ucraini, siamo con voi. Davay Ukrayino!”.

USA, atteso discorso di Biden: “Andremo avanti con devastanti sanzioni”
Alle ore 19:30 circa, in merito ai recenti sviluppi della guerra in Ucraina, si esprimerà anche il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden.

In attesa del discorso, sul suo profilo Facebook ufficiale, il presidente americano ha condiviso il seguente messaggio: “Questa mattina ho incontrato i miei omologhi del G7 per discutere dell’attacco ingiustificato del Presidente Putin all’Ucraina e abbiamo deciso di andare avanti su pacchetti devastanti di sanzioni e altre misure economiche per tenere conto della Russia. Siamo con il popolo coraggioso dell’Ucraina”.

Guerra in Ucraina, Putin: “Siamo preparati a sanzioni e restrizioni”
Per quanto riguarda il nuovo pacchetto di sanzioni da indirizzare alla Russia, è stato riferito che le istituzioni europee sono particolarmente infastidite dal comportamento di Paesi come Italia, Ungheria e Cipro che stanno chiedendo di adottare misure meno pensati. Una simile richiesta è dettata dalla necessità di non minare in modo irreparabile i rapporti commerciali con Mosca.

Il presidente Putin, a ogni modo, non sembra essere preoccupato dall’imminente arrivo delle nuove sanzioni, affermando: “Siamo tutti preparati a sanzioni e restrizioni – e ha aggiunto –. Siamo stati costretti a prendere queste misure La Russia rimane parte del sistema economico mondiale. I nostri partner dovrebbero capirlo e non spingerci fuori dal sistema”.

Cremlino: espugnata la centrale nucleare di Chernobyl
in relazione alla guerra in Ucraina, le truppe russe sono riuscite a espugnare prima la centrale di Chernobyl e poi l’intera città. Dopo aver concluso l’operazione militare, la Russia ha dichiarato compiuta la missione in programma per oggi.

Mosca, manifestazioni contro la guerra in Ucraina
Nel frattempo, a Mosca sono state organizzate proteste contro la guerra. Le manifestazioni sono state rapidamente represse dagli agenti della polizia russa che hanno posto in stato di fermo oltre 700 persone tra cui figurano non solo manifestanti ma anche giornalisti.