FRATELLI BIANCHI, DOPO LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO, ARRIVA UN’ALTRA MAZZATA: LA NOTIZIA POCO FA DIRETTAMENTE DAL CARCERE

Willy Monteiro Duarte, 21 anni, cuoco capoverdiano con la passione per il calcio, tifoso della Roma, è stato massacrato in nemmeno un minuto. Sono bastati 50 secondi di calci e pugni continui per porre fine alla giovane esistenza di questo ragazzo d’oro.

Il massacro di Colleferro, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, ha posto fine all’esistenza di un ragazzo d’oro, benvoluto da tutti che è morto proprio perché, mosso dallo spirito di solidarietà che lo caratterizzata, ha cercato di far da paciere in una lite.

Nessuno potrà cancellare quei terribili momenti dagli occhi di chi li ha vissuti e che era presenta in aula il giorno della sentenza, il 4 luglio. Tra questi Samuele Cenciarelli, amico del cuore di Willy, che ha ripercorso quella drammatica notte.

Quando ho visto il primo calcio a Willy sono andato ad aiutarlo, ma mi hanno respinto. Li ho visti infierire tutti e quattro. Provo a dimenticare quella sensazione orribile, ma non ci riesco. Sul volto dei fratelli Bianchi non ho mai visto segnali di pentimento“, ha detto in aula, aggiungendo: “Lui mi ha salvato la vita, non deve essere dimenticato quello che ha fatto in favore di un amico“.

I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono gli assassini di Willy. Lo ha deciso la sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Frosinone che li ha condannati all’ergastolo.

Ricordiamo il loro ultimo abbraccio, tra le gabbie, senza le manette, prima che la polizia penitenziaria ponesse fine alle urla e alle imprecazioni degli imputati che se la sono presi con la decisione del giudice, riportandoli in cella. Per contrasto, si sono levate urla di gioia, miste a commozione, a lacrime, da parte di coloro che Willy lo amavano, i suoi genitori, sua sorella, i suoi migliori amici, l’avvocato difensore che hanno sempre creduto nella giustizia.

Ora arriva un’altra clamorosa notizia. I Bianchi, chiamati “gemelli” per la loro somiglianza, per la loro minima differenza d’età, questi ragazzi che si sono dichiarati innocenti sino all’ultimo istante, dovranno camminare da soli. Cosa vuol dire? Che non si appoggeranno più a vicenda, scontando la loro pena in due strutture diverse.

Dopo il loro ultimo abbraccio, lungo, commosso, carico di forza, adesso non potranno più fare affidamento l’uno sull’altro ma dovranno scontare la pena in 2 celle differenti, di due carceri diversi. È stato infatti deciso che Gabriele Bianchi, il maggiore, resterà nel carcere romano di Rebibbia dove ha già iniziato un’attività di volontariato, come aiuto scrivania spesa, cioè la figura di sostegno all’amministrazione, mentre pare che Marco sia già in via di trasferimento.

Per loro, che si sono sempre professati innocenti, contrari ad essere dipinti come mostri e insultati, per loro “vittime di un processo mediatico” (come peraltro sostenuto dal loro legale) si apre un nuovo capitolo, quello della privazione della libertà per aver massacrato a morte Willy. A dover di cronaca, dico che la sentenza è stata accolta con molta soddisfazione da parte dei genitori di Willy e dal pubblico ministero, mentre di opposto avviso è stato il legale dei Bianchi, che ha parlato di “un processo mediatico” e condanne che “vanno contro tutti i principi logici”.

Nelle prossime settimane saranno pubblicate le motivazioni di questa sentenza e la difesa ha già confermato la propria intenzione di fare ricorso in appello contro la decisione presa in primo grado. La vicenda processuale, quindi, non è assolutamente finita e nei prossimi mesi, con molta probabilità, inizierà un nuovo processo.