ELENA DEL POZZO, LA FOLLA PRESENTE AL FUNERALE RIMANE SENZA PAROLE: ECCO COS’È SUCCESSO

E’ arrivato il giorno dell’ultimo saluto, dell’arrivederci oserei dire, del distacco corporeo dalla dimensione terrena. Ore toccanti, ore in cui tutta Catania  e tutti gli italiani sono avvolti dal silenzio, ancora sgomenti dinnanzi ad uno degli episodi di cronaca nera più efferati degli ultimi tempi.

Per molti è contro natura che una madre possa macchiarsi di un simile reato, uccidere il sangue del suo sangue, colei che ha messo al mondo; molti altri si astengono dal commentare e poi c’è chi, proprio non riesce a vedere, se non con gli occhi insanguinati di un’assassina, quella madre 23enne,  che è stata capace di architettare una messinscena dopo aver accoltellato a morte, con 11 fendenti, di cui uno che le ha reciso l’arteria succlavia, la sua piccola.

Una mattanza, un martirio di una crudeltà estrema, spietato, nel vano tentativo di Elena, dinnanzi a quei colpi che da lì a poco l’avrebbero uccisa, di difendersi ma, alla fine, la furia della madre, ha prevalso. La determinazione della madre, che si è ostinatamente accanita su quel corpicino,  ha avuto la meglio e per la bambina non c’è stato nulla da fare.

Il suo corpicino, contenuto in sacchetti della spazzatura, è stato sepolto parzialmente in quel terreno incolto in cui era stata portata con l’inganno, ricoperto con la cera lavica dell’Etnea ed è lì che è rimasto per una notte intera, prima che la stessa Patti, messa alle strette da un interrogatorio serrato, l’ha fatto ritrovare, per poi confessare di essere stata lei a commettere l’omicidio, senza fornire una motivazione al suo gesto.

Molti, troppi dubbi ancora da risolvere attorno a questo efferato omicidio, anche se  i  “non ricordo”, lentamente, stanno cedendo il posto ad una ricostruzione più organica dell’accaduto, dagli ultimi istanti di vita della piccola, sino alla sua sepoltura, ipotizzando che il cadavere possa essere stato occultato con l’aiuto di un complice.

Ma oggi, 22 giugno, mentre sono in corso i funerali di Elena del Pozzo, che sta officiando l’arcivescovo metropolita di Catania Luigi Renna nel Duomo cittadino, per poche ore l’aspetto giudiziario passa in second’ordine, per lasciare il posto al raccoglimento, al silenzio, alla commozione, alla lacrime di chi, anche per poco, ha potuto godere del bellissimo sorriso di Elena, della sua vivacità, delle sue corse sfrenate, anche delle sue “infrazioni di regolamento scolastico”, in senso ironico ovviamente, come ha raccontato la sua maestra d’asilo.

Si perché la piccola era di una curiosità unica e tendeva, con i suoi occhietti vigili e furbetti, a tenere tutto sotto controllo. La scelta del Duomo di Catania per darle l’ultimo saluto non è per nulla una scelta casuale, dato che il papà della piccola, Alessandro Del Pozzo, è particolarmente devoto a Sant’Agata.

Sono ore di lutto cittadino, in cui sono state sospese tutte le manifestazioni pubbliche in programma e le bandiere sono state esposte a mezz’asta in tutte le sedi comunali. Le attività commerciali, le organizzazioni politiche, sociali e produttive e le associazioni sportive, in segno di cordoglio, hanno anch’esse sospeso le loro attività a partire da quando è iniziata la cerimonia funebre, che può essere seguita in diretta sui canali Youtube e Facebook della Diocesi di Catania e in tv su Telecolor.

Una folla commossa, una marea di gente, è qui, radunata, sfidando il caldo, per partecipare, sconvolta, al dolore di nonno Johnny, nonna Sara, papà Alessandro, zia bubu, che non riescono a capacitarsi che la loro splendida bambina sia diventata un magnifico angelo, portando la sua luce sin da lassù.

Questa non è la notte di San Lorenzo, eppure stanotte una stella brillantissima in più splenderà nei cieli. Intanto rigoli di pianto scendono nei volti dei catanesi, per i quali è come se il tempo si fosse fermato a lunedì scorso. L’immagine di quella bara, trasportata dai carabinieri del campo della mattanza, cozza con quella della piccola, massacrata a coltellate dalla madre, carnefice.