DIANA PIFFERI, LA BIMBA MORTA DI STENTI: SCOPERTO CHI È IL PADRE BIOLOGICO

Ha sconvolto l’Italia intera la storia della piccola Diana Pifferi, una bimba di soli 18 mesi di cui abbiamo solo una foto, quella in cui sembra un confettino, seduta sul lettone, con la magliettina bianca, una vaporosa gonnellina da principessa e un fiocchetto rosa in testa, contornata da palloncini degli stessi colori.

Ma l’apparenza troppo spesso inganna. Quella voto non ha nulla a che vedere con la vera situazione della bimba, che la madre-assassina Alessia Pifferi, 37 anni, ha lasciato morire di stenti nel bilocale di via Parea, a Milano, in cui viveva con la piccola.

Diana è stata ritrovata senza vita, con accanto un biberon contenente dei residui di latte, della larve di insetti sul corpo, gli occhietti semiaperti, le unghie viola. Era deceduta da 2 giorni, privata di acqua, cibo, aria.

Si è spenta così, in un lettino da campeggio, la vita di una bimba che aveva tutta un’esistenza davanti e che ora, dopo i funerali, è stata sepolta nel cimitero comunale di San Giuliano Milanese.

Fa sgomento ma anche rabbia la bara bianca contenente un’altra innocente, vittima di una madre che ha preferito trascorrere dei giorni con il suo compagno 58enne, elettricista di Legge, ha preferito essere libera, alla vita di sua figlia.

Avevamo premesso che Diana non era figlia né del marito di Alessia, dal quale si era separata 3 anni addietro; né del nuovo compagno di Leffe. Gli inquirenti si sono messi sulle tracce del pare biologico della piccola, dopo la stessa Pifferi ha svelato di chi si tratti nell’ultimo colloquio in carcere con i suoi legali.

La donna, come noto, si trova nel carcere di San Vittore, in isolamento e sorvegliata a vista, per paura che possa compiere atti autolesionistici o che altre detenute possano farle del male. La donna, che avrebbe iniziato a realizzare cosa è accaduto e che cosa l’aspetta durante il processo, in cui rischia l’ergastolo, aveva raccontato di aver partorito Diana al settimo mese di gestazione, nel bagno del suo compagno di Leffe.

Prima aveva dichiarato di non sapere chi fosse il padre biologico della bambina. Ora invece ne ha indicato nome e cognome e gli inquirenti stanno cercando di rintracciarlo per interrogarlo. Quasi sicuramente l’uomo non potrà fornire alcun aiuto nelle indagini perché tenuto all’oscuro di essere divenuto padre ma le sue parole, dopo averlo individuato, serviranno a capire se Alessia abbia mentito o meno, dato che le bugie sono sempre state il suo forte.

Ha mentito alla madre Maria, dicendo che Diana stava bene e che la portava ovunque; ha mentito al suo compagno di Leffe, dicendo che la piccola era al mare con madre e sorella, ha mentito a coloro che conosceva a Leffe, spacciandosi per psicologa infantile, amante dei bambini.

II papà biologico della piccola sarebbe un uomo di origini italiane, con il quale la madre assassina ha avuto una relazione ma non si sa se rientri tra quelli conosciuti online, con cui usciva in cambio di vestiti, cene, denaro. Presto potrebbero esserci importanti aggiornamenti.