Conte viene sfiduciato anche dal Pd: “La piazza gli darà la spallata”

 

Non solo l’ira degli italiani scesi in piazza per protestare contro il nuovo Dpcm: ora Giuseppe Conte si trova quasi tutti contro.

Il suo ultimo decreto ha fatto infuriare i cittadini, i commercianti, le Regioni, le opposizioni e le forze di maggioranza. È riuscito nell’impresa di scontrarsi anche con i partiti che lo sostengono. Il pugno durissimo su bar, ristoranti e palestre non è ancora andato giù a nessuno. Ma nel frattempo non ha perso occasione per apparire nel suo show e promettere di ristorare i settori della ristorazione, del turismo, dello spettacolo, della cultura, delle palestre e di tutti i settori connessi. All’interno della maggioranza giallorossa c’è chi azzarda un paragone con Maria Antonietta: “La gente chiede denaro e noi dal balcone di Palazzo Chigi continuiamo a lanciare brioche”.

Soprattutto il Partito democratico sembra aver perso fiducia nelle capacità di gestione del premier che, a loro giudizio, aveva dimostrato di avere in occasione del lockdown. Dai piani alti del Nazareno, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, chiedono un urgente dialogo stretto con il centrodestra: “Conte li senta, ci parli, accolga anche le loro richieste se le reputa giuste. Non deve aver timore di nulla se è lui a guidare questo rapporto. Ma ora è più che mai necessario collaborare con tutti ed evitare al massimo contrapposizioni”. Parole che seguono l’appello lanciato dal segretario Nicola Zingaretti in favore delle opposizioni.

Conte messo in bilico

Nell’esecutivo sostengono che se si continua su questa strada “sarà la piazza a dare la spallata a Conte”. Non a caso viene dato per possibile un nuovo governo in arrivo prima che la situazione travolga tutto e tutti. Sul tavolo delle ipotesi figurano diveri nomi: in corsa per la poltrona di Palazzo Chigi vi sarebbero Cartabia, Cottarelli, Franceschini e lo stesso Zingaretti. Che intanto ha sbottato contro i suoi alleati: “È eticamente intollerabile stare con i piedi in due staffe in questo momento di difficoltà”. Una chiara frecciata rivolta ai colleghi del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva, che dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio avevano esplicitato più di qualche perplessità sulle nuove norme anti-Coronavirus.

Il fronte Pd non riesce a trovare pace e vede una figura nemica a sorpresa anche in Walter Veltroni. “È giusto autorizzare le messe e non i teatri e i cinema dove non c’è stato alcunché?”, si è chiesto l’ex segretario del Partito democratico. I parlamentari dem sono rimasti sconcertati dalle sue parole e non hanno affatto gradito la sua uscita, specialmente un deputato dem che ha seguito l’intera vicenda: “È lui il primo ad aver dato fuoco alle polveri, direttamente da Fazio, dicendo che era un errore tenere chiusi i cinema e aperte le chiese. Manco fossimo ai tempi di Don Camillo e Peppone”.

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