Come è andato il terzo round dei colloqui e perché i negoziati sono in salita

7 MARZO 2022

Inizialmente dovevano tenersi nel fine settimana, ma i nuovi colloqui tra Russia e Ucraina alla fine sono stati posticipati a questo lunedì sempre nella regione bielorussa di Brest. La delegazione di Mosca, hanno fatto sapere dalla capitale russa, si è recata sul posto nelle prime ore del mattino. Poco dopo le 13:00 è invece arrivata la delegazione attesa da Kiev. Il terzo round di negoziati dovrebbe sancire il definitivo via libera sui corridoi umanitari e sulle tregue concordate per i civili. Ma non mancano le incognite, anche alla luce di quanto accaduto sul campo negli ultimi giorni.

Cosa è stato deciso nei due round precedenti
Una settimana fa, al primo lunedì di guerra e a quattro giorni dall’inizio del conflitto, al confine tra Bielorussia e Ucraina si è tenuto il primo incontro tra le due delegazioni. A quel colloquio era presente anche Denis Kireyev, uno dei delegati di Kiev. Nel giorno in cui si parlava dell’organizzazione del terzo round di negoziati, ossia lo scorso sabato, Kireyev è stato ucciso in circostanze ancora misteriose. Dall’Ucraina le notizie arrivate su questo episodio parlano di una sparatoria durante un tentativo di arresto. Il delegato ucciso sarebbe stato accusato di tradimento da parte di Kiev. Da Mosca non sono arrivati commenti. Quanto accaduto tuttavia non avrebbe influenzato l’andamento dei negoziati. Il confronto tra le parti sarebbe stato ritardato per altri motivi. A partire dalla situazione relativa agli scontri nel Paese e al fallimento dei primi corridoi umanitari decretati a Mariupol tra sabato e domenica. Proprio i corridoi umanitari hanno rappresentato il principale argomento affrontato nei primi due round.

In particolare, le due parti a confronto avrebbero trovato delle prime intese sulle tregue da attuare in fronti aperti nel Paese al fine di favorire l’evacuazione dei civili. Un primo esperimento è stato concordato sabato. Russi e ucraini hanno trovato una prima intesa per la formazione di un corridoio umanitario tra Mariupol e Zaporizhzhia. Le cose purtroppo non sono andate a buon fine. Si è quindi riprovato domenica, con i bus bianchi giunti a Mariupol per iniziare le evacuazioni. Anche in questo caso però tutto è finito con scambi di accuse reciproche. Gli ucraini hanno puntato il dito contro i russi per aver impedito una effettiva cessazione degli scontri duranti i corridoi umanitari, mentre da Mosca si è puntato il dito contro gli ucraini rei di usare i civili come scudi umani. Ad ogni modo i colloqui sulle tregue sono andati avanti. Lunedì la Russia ha proclamato unilateralmente quattro corridoi umanitari, il cui percorso però non è stato accettato dall’Ucraina.

L’attesa per il nuovo incontro
Intorno alle 13:00 su Twitter un post del capo delegazione ucraino, Mykhailo Podolyak, ha fatto intuire che il terzo round si farà. In particolare, Podolyak ha postato un selfie scattato appena sceso dall’elicottero che lo ha portato in Bielorussia: “Il nuovo round inizierà a breve – si legge nella didascalia – inizierà alle 16:00 orario di Kyev (le 15:00 in Italia, ndr)”.

La località dovrebbe essere la stessa del secondo negoziato. Si è in territorio bielorusso, ma a pochi passi dal confine con la Polonia. Un luogo evocativo, essendo molto vicino a quello in cui nel 1991 sono stati firmati i trattati tra le nuove Repubbliche indipendenti che hanno sancito di fatto la caduta dell’Unione Sovietica. Sul tavolo dei colloqui dovrebbero esserci ancora una volta i corridoi umanitari e le tregue per favorire l’uscita dai fronti più caldi dei civili.

Le quattro condizioni russe
Mentre in Bielorussia era in corso il negoziato, da Mosca ha parlato con i giornalisti il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov. Quest’ultimo ha chiarito quelle che sono le condizioni russe per porre termine al conflitto. E cioè demilitarizzazione, neutralità, riconoscimento della Crimea come territorio russo, riconoscimento dell’indipendenza della Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Condizioni per la verità già note da tempo e che, secondo il ministro degli Esteri francese Yves Le Drian, sarebbero equiparabili a una vera e propria “resa” da parte di Kiev.

Incontro in Turchia tra i ministri degli Esteri
L’attenzione adesso si sposta su un altro piano di colloqui, quello tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. Sarà il primo confronto del genere da quando i due Paesi sono in guerra. Il titolare della diplomazia russa, Sergej Lavrov, si incontrerà con il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba giovedì ad Antalya, in Turchia. Proprio Ankara si è fatta promotrice di questo colloquio e infatti è prevista la presenza del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Il confronto avverrà a margine del forum di Antalya.