“C’è un filo rosso che lega il covid alla guerra” Mario Giordano, senza peli sulla lingua punta il dito contro i pennivendoli asserviti al regime

I Tromboni, le bugie di chi ha sempre la verità in tasca, il Covid, la guerra. Esiste un filo rosso che lega tutti questi temi? Per Mario Giordano sì. E lo ha scritto nel suo ultimo libro da pochi giorni in edicola. “È quello dell’informazione somministrata dall’alto”, ha spiegato Quarta Repubblica. Una “somministrazione” teorizzata prima da Mario Monti, poi portata avanti da Beppe Severgnini (“non si dice la verità”, disse in tv) e infine applicata dall’Ue, secondo cui – Joseph Borrell dixit – “le notizie vanno filtrate dall’alto”.

Senza contare l’uscita del nostro presidente del consiglio Mario Draghi, che poco dopo l’intervista rilasciata da Lavrov a Rete 4 si è “permesso di giudicare non i contenuti, ma la professionalità”. “Un premier che attacca il modo in cui viene fatta una intervista è già una aberrazione – ha spiegato Giordano – Tanto più se questo è un presidente del Consiglio che dice di non voler rispondere a determinate domande. E ricordo che l’ultima conferenza stampa di fine anno si è chiusa con l’applauso dei giornalisti e con domande del genere: ‘Da tutto il mondo arrivano complimenti per lei, si sente più soddisfatto o più responsabilizzato?’”.

In questo quadro, ha aggiunto Giordano, fa tutto parte di un unico quadro tenuto assieme da un filo rosso: “Veniamo da due anni di conformismo spaventoso. Dove c’è una reductio ad satanam di chiunque dissenta”. Basti pensare ai no pass, ai no vax, ai critici sull’invio delle armi all’Ucraina o a chi ha sollevato obiezioni sul ruolo della Nato negli ultimi anni.