Carica d’odio su Borgonzoni. È targata Pd e non indigna
Se gli insulti sono per la candidata della Lega alla presidenza della Regione Emilia Romagna a sinistra nessuno si indigna e nessuno prova a difenderla.
Soprattutto se questi insulti arrivano dagli esponenti di quella sinistra che col Pd sta provando a difendere il fortino di Bonaccini. Già perché negli ultimi giorni gli attacchi a Lucia Borgonzoni si sono susseguiti con una intensità abbastanza preoccupante, soprattutto dal fronte rosso che grida allo scandolo quando da destra si alzano i toni. In ordine di tempo, il primo a mettere mel mirino la Borgonzoni è stato Cazzola di Leu(+Europa). Parole feroci che hanno messo in discussione le capacità politiche e amministrative della Borgonzoni: “È molto diversa dai grandi presidenti di Regione presentati dalla Lega. Salvini ha fatto un’offesa agli emiliano-romagnoli facendo senatore il suo cavallo come Caligola”, ha affermato l’economista e capolista in Emilia-Romagna. Parole pungenti da cui si è dissociata anche Emma Bonino che ha bacchettato il suo capolista alle Regionali: “Non mi e’ piaciuto – gli ha detto – se fosse stato un uomo non avresti citato Caligola”. E la stessa Borgonzoni, come sottolinea l’Adnkronos aveva accettato le scuse della Bonino: “Grazie a Emma Bonino, che ha frenato gli insulti sessisti contro la sottoscritta del noto voltagabbana Giuliano Cazzola, ora candidato capolista pro-Bonaccini – ha ribattuto – Gli elettori sapranno riconoscere lo squallore di questo personaggio con il quale, evidentemente, Bonaccini si trova perfettamente a suo agio”.
Ma non finisce qui. Oggi è stato il turno di Beppe Sala: “La Borgonzoni non sa nemmeno da che parte è girata”. E subito dopo, su Facebook, è arrivata la reazione della Borgonzoni: “Dopo Cazzola, oggi a sostegno del compagno di partito Bonaccini arriva il sindaco di Milano: ‘La Borgonzoni? Non sa nemmeno da che parte è girata’. Fosse stato detto di una donna di sinistra, l’avrebbero già dichiarata martire. Io comunque ho le spalle larghe: agli insulti del Pd rispondo con il sorriso, l’impegno e la forza delle idee. E il 26 gennaio risponderanno gli emiliani e i romagnoli”. Insomma l’odio dem si riversa sull’avversario. Forse qualcuno teme di perdere la poltrona il prossimo 26 gennaio e cerca di intimidire l’esponente della Lega con insulti e offese. Ma i leghisti fanno quadrato attorno alla Borgonzoni, da Salvini alla Stefani che difende la candidata alla presidenza alla Regione: “Il sindaco di Milano invece che parlare di fatti, di idee, di programmi per l’Emilia Romagna ha solo insultato la nostra candidata Lucia Borgonzoni. Una caduta di stile – spiega Stefani – che non lascia nulla all’immaginazione. Ha usato toni misogini, sessisti e violenti. Sappiamo bene che se gli insulti arrivano da sinistra il mainstream non ne parla, sembra infatti che gli insulti del Pd non facciano male alle donne. Oggi – conclude – Beppe Sala non solo deve chiedere scusa a Lucia, donna forte, coraggiosa e preparata ma si deve anche vergognare”.