Boom sbarchi e più morti in mare. Ma adesso nessuno si indigna
Il 2019, sul fronte immigrazione, è stato un anno impossibile da leggere con l’ausilio dei semplici dati finali.
Del resto, è impossibile slegare il contrasto all’immigrazione irregolare ed agli arrivi clandestini sul nostro territorio dal contesto politico sorto negli ultimi 12 mesi.
È stato cambiato un governo, si è passati da una maggioranza gialloverde, con la presenza della Lega e con Matteo Salvini al Viminale, ad una maggioranza giallorossa in cui l’imperativo è stato, almeno nelle intenzioni, quello di agire in “discontinuità” rispetto all’operato del leader leghista.
Ecco perché da soli i numeri finali non bastano a tracciare un quadro della situazione. Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2019, ci sono stati 11.471 migranti sbarcati irregolarmente in Italia a fronte dei complessivi 23.370 del 2018. Un calo drastico, che assume connotati ancora più evidenti se questi dati vengono paragonato al 2017, quando nel solo mese di luglio di cono stati il doppio degli sbarchi totali del 2019.
Ma, per l’appunto, a settembre è cambiato il governo. E da quando si è insediato il Conte II, come già detto nei giorni scorsi, si è registrato un trend in rialzo rispetto allo stesso periodo del 2018. Da giugno ad agosto infatti, sono stati registrati 3.574 ingressi irregolari lungo le nostre coste, a fronte dei 6.647 approdati nello stesso periodo del 2018. Un vero e proprio dimezzamento su base annuale. Da questo mese di settembre fino al 31 dicembre invece, sono arrivati 6.336 migranti, a fronte dei 3.293 dello stesso periodo dell’anno scorso. In questo lasso di tempo, si è dunque assistito ad un aumento pari quasi al doppio di persone arrivate nel nostro paese con i barconi.
La domanda sorge dunque spontanea: cosa riserverà su questo fronte il 2020? Se da un lato è vero che l’anno è partito da appena 4 giorni, dall’altro alcuni primi dati sembrano indirizzare verso la conferma del trend in aumento registrato sul finire del 2019.
In poche parole, l’anno nuovo si è aperto al pari di come si è chiuso quello vecchio. Fa una certa impressione, seguendo i numeri forniti dal Viminale fino alla mezzanotte del 3 gennaio, vedere comparare lo 0 nella casella dei migranti sbarcati dello stesso periodo del 2019 con il numero 87 che indica le persone approdate nel nostro paese nelle prime 72 ore dell’anno.
Dal 1 gennaio al 3 gennaio 2019, nessuno era arrivato in Italia, quest’anno si è quasi vicini alla soglia di 100. È solo un primo raffronto con l’anno appena terminato, sono passati pochi giorni dal brindisi di mezzanotte con cui è stato accolto il 2020, ma questa prima indicazione potrebbe rivelare l’andazzo anche di questo mese di gennaio e dei prossimi.
E intanto ci sono altri numeri che, pur se passati sotto traccia, potrebbero scuotere la maggioranza sotto il profilo della tematica dell’immigrazione. Essi riguardano i dati delle persone morte nel Mediterraneo mentre provavano ad arrivare in Italia.
Secondo Alarm Phone, il network telefonico che su Twitter rilancia le richieste di aiuto che arrivano direttamente dai barconi, sono più di 300 le persone decedute durante le traversate soltanto dal mese di ottobre. Numeri in aumento, che meriterebbero molto più di una riflessione a fronte invece di un silenzio operato sia dalla titolare del Viminale che dall’intero governo. Numeri che si fanno ancora più macabri stando a quanto riportato dall’Oim, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei rifugiati, secondo cui nel 2019 sono morte nel Mediterraneo 745 persone.