Vietato il secondo lavaggio se vai dal parrucchiere: la finta emergenza idrica scatena i soliti sindaci che giocano agli sceriffi

A Castenaso, comune di 16mila anime alle porte di Bologna, per fare fronte alla carenza d’acqua il sindaco Carlo Gubellini ha deciso di chiudere i rubinetti alla popolazione a partire dai saloni di parrucchieri e barbieri, vietando il secondo lavaggio di capelli ai clienti. La rete idrica italiana è un colabrodo, in media si perdono 40 litri di acqua su cento tra impianti obsoleti, tubature marce e allacci abusivi, ma il prezzo della siccità lo pagheranno i cittadini che già da ora iniziano ad assaggiare «l’antipasto» dei razionamenti. Altro giro, altra corsa: dopo lo sceriffo pandemico, è pronto il modello di sindaco «razionatore» che nel nome del risparmio idrico vi controlla quante volte a settimana vi cambiate le mutande, Pratesi docet.

Doppio risciacquo interdetto ai parrucchieri

L’ordinanza è stata firmata da Gubellini sabato 18 giugno: «Un rubinetto lasciato aperto eroga mediamente 13 litri al minuto», si legge nel severo vademecum che l’accompagna, e motiva così il veto al doppio shampoo: «I classici due risciacqui superano almeno i 20 litri. E nella situazione in cui ci troviamo non ce lo possiamo più permettere». Tra parrucchieri e barbieri «contiamo una decina di saloni. Se moltiplichiamo l’acqua usata per ogni cliente, parliamo di migliaia di litri al giorno», spiega intervistato dal Corriere. «Castenaso è piccola: pensiamo a cosa significa in termine di consumo di acqua per le grandi città. L’ordinanza l’abbiamo emessa di sabato, considerando la chiusura di domenica e lunedì, per dare tutto il tempo ai parrucchieri di adeguarsi».

Bentornati sceriffi

Lui però assicura: «L’unico obiettivo è che tutti si sentano responsabilizzati. Come amministrazione ci siamo limitati a fare un’analisi a tutto tondo delle abitudini quotidiane, private e commerciali, chiedendoci dove fosse possibile razionare l’acqua senza interrompere le attività». Via le innaffiature di orti e giardini «tra le 8 e le 21 e per le aree ortive concesse dal Comune tra le 10 e le 18, mentre di notte è possibile per non far seccare le piante, e abbiamo chiesto appunto ai parrucchieri di fare un risciacquo di meno, perché riteniamo non sia indispensabile».

E mentre altre amministrazioni comunali hanno emanato ordinanze per il razionamento dell’acqua fino al 31 agosto, Gubellini ha deciso che il termine ultimo sarà il 30 settembre. «Mi auguro di poter modificare l’ordinanza, ma la situazione attuale è davvero allarmante. Fino al 29 giugno l’Emilia-Romagna ha le riserve idriche necessarie per innaffiare i campi. Da luglio le cose possono peggiorare drasticamente». La sanzione per i trasgressori è fissata tra i 25 e i 500 euro. C’è da scommettere che i solerti segnalatori di assembramenti, runner e feste clandestine siano già pronti a riconvertirsi in controllori del doppio shampoo.