“Willy è stato ucciso in meno di un minuto”. Le nuove testimonianze choc

Willy Monteiro Duarte è stato ucciso in meno di un minuto. Sono bastati pochi secondi per porre fine alla vita del 21enne che si era messo in mezzo solo per aiutare un amico. Questo quanto emerso dalle ultime testimonianze raccolte dai carabinieri della caserma di Colleferro riguardo il pestaggio avvenuto lo scorso sabato e costato la vita al giovane.

Willy ucciso in pochi secondi

La rissa, finita poi in tragedia, si è svolta davanti al risto-pub “Duedipicche”. Accusati di omicidio volontario sono adesso i due fratelli Bianchi, Gabriele il maggiore, e Marco, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Quest’ultimo è l’unico ad aver avuto i domiciliari dopo che ha riferito del patto del silenzio avvenuto in auto. Secondo quanto emerso, Gabriele sarebbe stato il primo a picchiare Willy con calci e pugni. Poi Bianchi e Pincarelli, quando ormai il 21enne era già a terra. Anche Belleggia era presente alla rissa, alcuni testimoni lo avrebbero riconosciuto dal gesso al braccio, ma il suo ruolo non sarebbe ancora del tutto chiaro.

Mancano inoltre dei filmati di interesse investigativo che potrebbero aiutare gli inquirenti nella ricostruzione di quanto avvenuto quella tragica notte. Fino a questo momento si sa che i quattro di Artena avrebbero affrontato Willy e il suo ex compagno di scuola, Samuele Cenciarelli. Il litigio sarebbe iniziato prima, all’interno del risto-pub, tra Belleggia e un ragazzo di Colleferro, Federico Zurma, per poi continuare all’esterno.
Alcuni testimoni hanno raccontato che “quando il Suv dei Bianchi è sbucato all’improvviso sulla strada, c’è stato il fuggi fuggi generale. Willy e Samuele, che non li avevano mai visti e non conoscevano la loro fama di bulli, sono rimasti lì”. A bordo della vettura c’erano i fratelli Bianchi che, secondo quanto raccontato da loro stessi, erano stati chiamati poco prima mentre facevano sesso con ragazze sconosciute vicino al cimitero. Entrambi con precedenti penali per lesioni e porto d’armi abusivo. Il minore, Marco, un paio d’anni fa era già stato dietro le sbarre, per una rissa fuori da un locale. Quella volta però non era scappato il morto.

Venerdì è stato il primo senza Willy. Sarà difficile per Colleferro e i ragazzi che frequentano la piazzetta riuscire a tornare alla normalità. Dimenticare impossibile, per cercare di andare avanti invece ci vorrà del tempo. Prima di portarlo in ospedale, un soccorritore avrebbe detto che il cuore del 21enne aveva un ritmo di tre battiti al minuto.

Le testimonianze di alcuni ragazzi

Come riportato da Il Fatto Quotidiano, verso le 23 di venerdì 11 settembre in largo Santa Caterina non ci sono molti ragazzi. Nonostante sia ancora estate e la temperatura sia piacevole. Situazione ben diversa rispetto a quella della tragica notte tra il 5 e il 6 settembre, quando vi erano così tanti giovani da non riuscire a camminare. E anche chi ha deciso di bere qualcosa lo fa con lo sguardo assente, ripensando forse a quel giorno di solo una settimana fa. Alcuni sono molto informati perché hanno recuperato notizie su giornali e televisioni. Altri conoscono bene i protagonisti della terribile storia e danno giudizi. Uno dei clienti abituali del bar ha raccontato: “Era una serata da paura, bella gente, belle bottiglie, pieno di belle ragazze e quando ci sono le ragazze, fino a tardi, vuol dire che stanno tranquille e si godono la nottata in serenità e invece quando stavamo ormai in chiusura, è successo quello che è successo”. C’è anche chi ricorda di aver visto i fratelli Bianchi verso l’una di notte e che si sono fermati circa mezz’ora. Poi se ne sono andati e dopo le tre sono tornati e hanno inizato a picchiare chiunque, anche il povero Willy.

Un ragazzo non crede che fossero realmente andati a fare sesso vicino al cimitero, come hanno raccontato ai pm, secondo lui erano a fare danni altrove. “Quando se ne sono andati da qua, abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Invece so’ tornati” ha aggiunto il giovane.
Una ragazza parla del tempo impiegato dai soccorsi ad arrivare, un altro asserisce: “Il fatto è successo alle 3.23 ne sono sicuro. La prima telefonata è delle 3.25, sono arrivati alle 3.45, oltre 20 minuti”. Precisione da orologio svizzero. C’è anche chi conosce Francesco Belleggia, l’unico dei fermati ad aver avuto i domiciliari. Viene descritto come un ragazzo d’oro, bravo, gentile, simpatico, buono, fino a qualche anno fa. Poi il Belleggia si è lasciato con la sua fidanzata storica, Martina, simile a Cameron Diaz, ed è cambiato completamente. Anche se sembra sia stato lui a decidere di rompere la loro storia. Da allora ha iniziato a frequentare soggetti poco raccomandabili. Nessuno però crede che quel ragazzo, il cui sogna era quello di entrare nell’Arma, possa aver toccato Willy. Alle due la zona si svuota. Il giorno dopo sarà pesante per tutti: verrà celebrato il funerale di un amico.

I picchiatori adesso hanno paura

In carcere a Rebibbia da ormai una settimana, i fratelli Bianchi avrebbero chiesto l’isolamento. Proprio loro, i tanto temuti picchiatori, adesso avrebbero paura di ritorsioni. Intanto per 14 giorni, secondo quanto previsto dalle norme anti-coronavirus, devono restare separati dagli altri detenuti per evitare possibili contagi. La direzione starebbe però pensando di prolungare il distanziamento. Altri reclusi potrebbero infatti aggredirli per il pestaggio e l’omicidio di Willy. Ci sono delle “regole” anche in carcere: donne e bambini non vanno toccati. Stefano Anastasia, il garante per i detenuti del Lazio, ha reso noto che “trascorse le due settimane di isolamento precauzionale per il Covid effettivamente si dovrà valutare una adeguata forma di isolamento cautelativo per impedire che i tre possano essere oggetto di attenzioni per così dire sgradite all’interno del carcere. L’uccisione di Willy Monteiro ha avuto una eco mediatica molto forte e ha impressionato gli italiani non solo quelli che sono a casa ma anche coloro che sono detenuti, serve attenzione. Al momento, comunque, ho avuto modo di verificare che questi giorni di detenzione stanno scorrendo senza anomalie”.

Gli avvocati dei tre presunti assassini rinchiusi dietro le sbarre hanno infatti chiesto al giudice e ai vertici del Dap, la Penitenziaria, di tenere conto delle circostanze dell’arresto e dei rischi connessi. Al fine di tutelare l’incolumità dei loro assistiti “che hanno diritto a una giusta detenzione”. Il garante ha affermato che la situazione non è semplice perché i carceri sono già zeppi e di posti ce ne sono pochi, soprattutto a causa delle regole anti-Covid. Per questo motivo, su disposizione nazionale, in caso di reati non gravi vengono preferiti gli arresti domiciliari al carcere.

I profili social dei presunti assassini sono da giorni pieni di frasi d’odio e minacce. Presi di mira anche i familiari e persone che non c’entrano nulla con i due fratelli. L’unica loro colpa è quella di avere lo stesso cognome degli indagati. Tra l’altro il nome Bianchi è uno dei più diffusi in Italia.

E in questa faccenda così tragica, c’è una piccola luce. A poche ore dal funerale, la famiglia di Willy ha asserito di aver già perdonato gli assassini del ragazzo e di non cercare vendetta.