Zelensky apre ad un accordo di pace con la Russia ma non fa accenno alla Crimea

Il presidente Zelensky ha fatto sapere che sarebbero oltre 2mila i missili lanciati sull’Ucraina dall’inizio della guerra, lo scorso 24 febbraio. Il Paese è messo a ferro e fuoco dai russi, ma il popolo ucraino non demorde e continua la sua resistenza.

Intanto Zelensky, che conta oltre 3800 concittadini uccisi (di cui più di 200 sono bambini), apre a un accordo di pace con la Russia.

Zelensky non ha mai fatto riferimento alla Crimea

Nel suo intervento al think tank politico Chatham House, il leader ucraino ha affermato l’importanza di mantenere l’integrità dei confini dell’Ucraina. Parole che in molti casi sono state interpretate come un’apertura alla cessione della Crimea alla Russia in cambio di un armistizio, cosa a cui però Zelensky non ha mai fatto allusioni esplicite.

Quest’ultimo ha infatti dichiarato che l’Ucraina è ancora disposta a parlare di pace con Mosca, ma alla condizione minima che questa ritiri le truppe dai territori conquistati dal 23 febbraio in avanti.

Non ha mai invece parlato di Crimea né ha lasciato intendere che questa possa essere una pedina di scambio per l’armistizio. Anche perché lo stesso segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha evidenziato che “i membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea alla Russia e ci siamo inoltre sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale“.

Il leader di Kiev ha semplicemente dettato le condizioni per potere iniziare a parlare di pace, senza citare territori.

Zelensky: “Dalla Russia atteggamento bestiale”

Intervenuto in occasione della conferenza alla Chatham House, Zelensky ha inoltre parlato dell’assedio dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dichiarando: “Non è un’operazione militare, questa è tortura”. I militari russi stanno dimostrando un “atteggiamento bestiale”, alimentato da decenni di “odio e propaganda anti ucraina”. Quindi ha sottolineato: “Disumanità e crudeltà, è il modo in cui l’esercito russo tratta le persone.

La morte non viene causata dalla guerra, da un evento militare. Qui le persone sono state torturate a morte. Questo è terrorismo e odio. Mariupol è stata devastata, l’intera città è distrutta.

Non si fermano le accuse indirizzate al Cremlino. Per il presidente ucraino, i russi “non credono di poter essere ritenuti responsabili perché hanno il potere di uno stato nucleare”. Quindi ha aggiunto: “Ci sarà un tribunale militare per l’omicidio, la morte, la tortura. Ma perché questa crudeltà? Questo è l’apparato informativo che ha sviluppato questo odio e lo ha scaldato a tal punto, prima della guerra a tutti gli effetti”