Volo da Doha per evitare i test: l’Italia respinge i bengalesi a bordo

L’ordinanza di ieri parlava chiaro: stop ai voli dal Bangladesh. Negli ultimi giorni, dal Paese tra i più colpiti dal coronavirus, sono sbarcati a Fiumicino centinaia di passeggeri, molti dei quali Covid positivi. E così il ministro della Salute Roberto Speranza, in accordo quello degli Esteri Luigi Di Maio, aveva deciso di fermare tutti i voli in arrivo dal Paese del sud-est asiatico.

Una misura che resterà in vigore per una settimana. Ma che presenta già alcuni problemi, gli scali.

In questi minuti infatti al terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino è atterrato un aereo della Qatar Airways con a bordo 200 passeggeri, 135 dei quali bengalesi. E i viaggiatori sarebbero potuti sbarcare senza problemi. Perché? Il volo, non essendo partito da Dacca, non è soggetto al blocco disposto ieri dal ministro della Salute. Secondo quando riportato dall’AdnKronos, l’aereo arriva da Doha, capitale del Qatar. La compagnia aerea ha fatto sapere di seguire “scrupolosamente tutte le normative stabilite dal governo italiano e dall’Enac”. Il ministero della Salute, spiega l’agenzia, “è informato” sul caso. “Sul volo ci risulta che vi siano 135 passeggeri che si possono definire ‘indiretto’ ovvero originati da Dacca (Bangladesh). Questi secondo la disposizione non dovrebbero sbarcare a Fiumicino. È necessario che Enac emetta una indicazione operativa chiara alle linee aeree affinché non imbarchino, per il tempo stabilito dalla massima autorità sanitaria del Paese, questi passeggeri”, ha subito dichiarato il responsabile dell’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio, Alessio D’Amato. E così, poco dopo l’atterraggio, le autorità hanno valutato il respingimento dei passeggeri bengalesi che si sarebbero imbarcati a Doha per evitare i controlli a Fiumicino.

La decisione di bloccare i voli dal Bangladesh arriva dopo il caso del volo da Dacca su cui viaggiavano numerosi passeggeri positivi al coronavirus. “La quarantena per chi viene da Paesi extra UE ed extra Schengen è già prevista ed è confermata. Ma dopo tutti i sacrifici fatti non possiamo permetterci di importare contagi dall’estero. Meglio continuare a seguire la linea della massima prudenza”, ha scritto il ministro Speranza in un post su Facebook annunciando di avere disposto la sospensione dei voli in arrivo dal Bangladesh a seguito “del numero significativo di casi positivi al covid 19 riscontrati sull’ultimo aereo arrivato ieri a Roma”. A preoccupare sono anche i cinque voli con a bordo circa 1.300 bengalesi atterrati a Fiumicino nelle scorse settimane.

Contolli più rigidi per scongiurare nuovi casi di importazione, ma il Covid ha già iniziato a circolare nel Paese. A Fiumicino, il virus è arrivato il 20 giugno assieme ad una famiglia del Bangladesh che ha infettato altri connazionali (guarda il video). E così si è dato il via ad una catena di contagi che ha fatto impennare la curva epidemica nel Lazio. Ma il virus ha attraversato i confini regionali e colpito anche la comunità bengalese di Cesena. A far partire il contagio una famiglia di cinque persone denunciata da un commerciante connazionale per il mancato rispetto dell’isolamento.

E ora a Fiumicino è scattato un nuovo allarme con l’arrivo del volo della Qatar Airways. Il volo da Doha non è soggetto al blocco disposto ieri dal ministro della Salute, ma le autorità hanno deciso di fermare i 135 passeggeri bengalesi a bordo. I viaggiatori si sarebbero imbarcati a Doha per aggirare i controlli a Roma. Ma il loro piano non ha funzionato. “Lo avevamo già detto ieri: non basta vietare l’arrivo dei voli diretti. Bisogna evitare le triangolazioni. I cittadini del Bangladesh non sono scesi dall’aereo e ritorneranno dove sono stati imbarcati“, ha scritto su Facebook il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino. Come riporta l’Adnkronos, in seguito al provvedimento di respingimento alla frontiera per motivi sanitari, i bengalesi verranno trattenuti in aereo fino alle 16, quando il volo ripartirà. Tutte le persone di altra nazionalità a bordo verranno invece fatte sbarcare e sottoposte a tampone. Per i cittadini extra Ue scatterà la quarantena obbligatoria di 15 giorni.

Le nostre squadre di medici e infermieri sono già sul posto, ma dico con estrema chiarezza che non si può scaricare sul solo nostro servizio sanitario regionale questo onere, peraltro senza alcun tipo di programmazione – ha tuonato D’Amato -. Occorrono delle regole ferree e chiare, basta fare lo scarica barile, se vogliamo a monte rafforzare la sorveglianza sanitaria ed impedire rischi effettivi di ritorno. Roma non può sostenere questa pressione. Auspico che vengano assunte decisioni che vadano in tal senso nelle prossime ore“. Intanto nella Capitale è già partito lo screening sulla comunità bengalese.