Villa Pamphili, corpi ritrovati. Testimoni riconoscono la donna: “C’era un uomo con un fagottino”

Un sabato pomeriggio di ordinaria tranquillità si è trasformato in un incubo nel cuore di uno dei parchi più amati della Capitale. Un duplice omicidio, avvolto nel mistero, ha scosso la città, gettando ombre inquietanti su un luogo simbolo di svago e relax.

La scoperta dei corpi è avvenuta in rapida successione. Prima, in una radura appartata, il ritrovamento del corpo senza vita di una bambina, apparentemente di sei mesi, immobile sotto il sole cocente. Poche ore dopo, la macabra scoperta di un secondo corpo, quello di una donna, nascosto in un sacco nero.

La notizia, diffusa rapidamente, ha innescato una frenetica caccia all’assassino. Fondamentali si sono rivelate le testimonianze di alcuni adolescenti, che hanno ricordato un dettaglio cruciale: un uomo, sabato, passeggiava nel parco con in braccio un fagottino, che a distanza sembrava un neonato. Un indizio che potrebbe rivelarsi decisivo per identificare il presunto assassino e cristallizzare l’orario dell’abbandono dei corpi. Un altro testimone ha affermato di aver riconosciuto la donna e la bambina, viste spesso nel parco nei giorni precedenti, aprendo nuove piste investigative.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma con il pm Antonio Verdi, sono in pieno svolgimento. La Polizia Scientifica lavora senza sosta all’obitorio del Gemelli, dove sono in corso le analisi per identificare le vittime e stabilire un eventuale legame di parentela. La donna, in stato di decomposizione, sembra avere circa quarant’anni e tratti somatici dell’Est Europa. L’identificazione è legata alle analisi del Dna, mentre si incrociano le segnalazioni con gli elenchi delle persone scomparse e si cercano riscontri nei pronto soccorso e negli ospedali della Capitale.

Gli inquirenti stanno vagliando diverse ipotesi. Una pista porta a un varco nel muro di viale Leone XIII, rimasto aperto dopo un incidente, che potrebbe aver facilitato l’ingresso dell’assassino nel parco. Un’altra ipotesi, più cupa, si concentra sul mondo del degrado e dell’emarginazione, tra le persone che vivono ai margini della società, lontano da occhi indiscreti.

L’autopsia sarà decisiva per fare luce sulla dinamica dei delitti. Per ora, non ci sono segni evidenti di violenza sul corpo della donna, mentre la bambina presenta alcune ecchimosi, che potrebbero essere semplici macchie ipostatiche. Il giallo dei tempi è il primo nodo che gli investigatori vogliono sciogliere: la donna potrebbe essere morta prima della neonata.

Nei prossimi giorni, i risultati delle analisi genetiche e dell’autopsia potrebbero fornire una svolta all’inchiesta. Intanto, i volti delle due vittime, stampati nelle foto della Scientifica, vengono mostrati ai frequentatori abituali del parco, nella speranza di ottenere nuove informazioni. La città è in attesa di risposte, mentre la caccia all’assassino continua, in un clima di sgomento e profonda tristezza.