“Vietato l’ingresso agli italiani”. Coronavirus, in Francia un professore respinto da una biblioteca

Qui gli italiani non possono entrare. Non succede in qualche racconto distopico o in una dimensione parallela, ma in una biblioteca francese, a fine febbraio del 2020. E’ accaduto al professor Fabrizio Cigni, associato di Filologia romanza all’Università di Pisa, studioso di fama, al quale è stato negato l’accesso alla biblioteca di Tours (Francia). Eccoli gli effetti della psicosi internazionale del coronavirus – quella portata dagli untori italiani, ché ormai i cinesi sono usciti dai radar, anzi: secondo la narrazione dei media di mezzo mondo ormai parrebbe quasi che l’epidemia l’abbiano iniziata i lombardi.

Cigni, che avrebbe dovuto consultare per un’ora un manoscritto del Milleduecento, ha raccontato l’episodio al Corriere Veneto, che lo ha raggiunto telefonicamente in Francia, dove egli è tutt’ora. E precisa che il suo arrivo alla biblioteca era stato concordato da giorni: «Nei giorni scorsi avevo inviato una mail per capire se potevo venire a fare una ricerca regolarmente autorizzata dalla mia Facoltà — spiega — . Mi hanno risposto che non c’era alcun problema». Una volta accordato il permesso, Cigni era volato a Parigi accompagnato da un assistente. «Siamo sbarcati all’aeroporto giovedì sera, nessun problema. Siamo andati a Parigi e abbiamo cenato in un ristorante». L’appuntamento in biblioteca era previsto per le 13 del giorno dopo, orario di apertura della struttura. Qui il fulmine a ciel sereno: «Due ore prima mi è arrivata una mail nella quale si dice che tutte le persone provenienti dall’Italia non possono essere accolte nella biblioteca».

Ma il professor Cigni non si è arreso: «Mi sono quindi recato lo stesso alla biblioteca e sono entrato dentro. Una signora mi ha chiesto se fossi io il professor Cigni e a quel punto è sceso il direttore della biblioteca, spiegandomi che poco prima la Prefettura di Parigi aveva esteso il divieto di far entrare qualsiasi italiano all’interno di certe strutture». Ma non è finita: la stessa comunicazione, più nel dettaglio, gli è stata notificata via email anche dalla «Asl di Tours nella quale si spiega che, a seguito delle direttive nazionali, “il signor Cigni non può essere ricevuto all’interno della biblioteca”. Si rende conto? Su una carta intestata dell’Asl c’è il mio nome!». Una situazione che il professor Cigni definisce «allucinante, visto che io sto benissimo e fino a qualche ora prima non c’era stato nessun tipo di problema».