Una nuova Ong per i migranti. ​La colletta la fanno le sardine

 

Dopo essere sbarcate nel mare della politica, ora le Sardine si gettano sui salvataggi nel Mediterraneo.

Dal sostegno verbale a quello pratico, cioè economico. Santori&co, infatti, hanno deciso di sostenere la raccolta fondi per riuscire a far levare l’ancora ad una nuova nave umanitaria per il recupero di migranti nel mare nostrum.

L’annuncio è stato dato pochi giorni fa sulla pagina Facebook delle sarde. Dopo la campagna elettorale in favore del centrosinistra, soprattutto in Toscana, ora l’attenzione del movimento nato a Bologna si (ri)sposta sull’immigrazione. Le Sardine sosterranno il progetto di ResQ-People Saving People con l’obiettivo di mettere in mare una seconda imbarcazione battente bandiera italiana dopo quella di Mediterranea Saving Humans. Il 3 ottobre partirà la campagna di crowdfunding (lo stesso giorno in cui si apre a Catania il processo a Salvini) e ci saranno anche i pesciolini: di soldi ne servono parecchi, ma sembra esserci ottimismo.

“C’è chi impacchetta la porta di Lampedusa, così come chi dà alle fiamme il campo di Moria a Lesbo, chi insulta Carola Rackete, chi accoglie gli sbarchi con manifestazioni di sdegno e chi firma i decreti sicurezza: non è più tempo di stare a guardare, l’indignazione non basta – dice la Sardina in chief, Mattia Santori – Per questo dopo aver sostenuto la raccolta fondi di Mediterranea, sosterremo una nuova avventura, perché non vogliamo abituarci a chi muore di fronte alle nostre coste. Speriamo di poter presto festeggiare l’inizio delle missioni di ResQ, e speriamo di poter presto festeggiare una flotta umanitaria sempre più numerosa”.

Dalle parti di ResQ sono ovviamente contenti di poter contare sull’appoggio delle sarde, visto il buon seguito sui social e le raccolte fondi già andate a buon fine durante le precedenti iniziative in giro per l’Italia. “È un onore annoverarle tra gli Amici di ResQ – dice il presidente Luciano Scalettari – Abbiamo la comune convinzione che nessun essere umano può essere lasciato affogare in mare”. Le sardine dal canto loro ci tengono a sostenere le operazioni Sar, visto che le considerano un “vero e proprio atto politico”. ”Abbiamo in comune l’elemento naturale che accompagna le nostre avventure: il mare – conclude la fondatrice Giulia Trappoloni – Un mare che non può più essere luogo di morte ma, grazie a chi ogni giorno lotta per salvare le vite, si trasforma in un luogo di rinascita”.

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