Tocca il sedere all’amica: condannato a dodici mesi di reclusione
Un anno e due mesi di condanna per aver toccato il sedere dell’amica. Questo è quanto è costato il palpeggiamento a un ragazzo di vent’anni, colpevole di aver allungato le mani.
Il fatto è stato riportato dall’Adige, che racconta come quella ragazza fosse una conoscente che frequentava con il giovane un centro di musica a Trento.
La “toccatina” non le è affatto piaciuta e, anzi, si è recata dalle forze dell’ordine per denunciare quanto subito, considerando quel gesto come una vera e propria violenza. E i giudici, alla fine, le hanno dato ragione. Già, perché la Corte d’Appello ha confermato la condanna in primo grado a dodici mesi di reclusione: il palpeggiamento al gluteo della ragazza è stato considerato come una violenza sessuale.
Il quotidiano locale e regionale del Trentino-Alto Adige spiega che nel corso del procedimento a carico del ragazzo, il pubblico ministero aveva fatto richiesta al giudice di eliminare il reato di violenza sessuale, optando invece per quello di molestie.
La risposta è stata un no secco e irremovibile: non molestia, ma violenza sessuale. Dunque, in Corte d’Appello il legale dell’imputato ha cercato di ripresentare la medesima richiesta di derubricazione, ma non vi è stato nulla da fare. La Corte è stata intransigente e ha confermato la condanna a quattordici mesi per violenza sessuale.
Il rischio, peraltro, è che la pena potesse essere addirittura maggiore: infatti, al giovane è stata almeno riconosciuta la minor gravità e per questa ragione la condanna è stata più bassa rispetto a quanto previsto dall’articolo 609 bis del Codice Penale: da sei fino a dodici anni. Insomma, una “toccatina” al fondoschiena può costare tanto.
La legislazione italiana, in merito, è assai stringente. La Corte Suprema di Cassazione nel corso del 2018 aveva statuito che chi palpeggia il sedere di una donna “per scherzo” deve essere processato per un reato assimilabile alla violenza sessuale.
Il caso a Padova
Nelle ultime ore in Veneto un altro caso di violenza sessuale. A rendersene protagonista un tunisino di 29 anni che, completamente ubriaco, ha palpeggiato una ragazza e in seguito si è diretto in un panificio. Qui, all’interno dell’esercizio commerciale, il nordafricano ha perso ogni freno inibitore, iniziando a masturbarsi. Dunque l’intervento dei poliziotti, che hanno eseguito l’arresto: il magrebino era fino a quel momento incensurato e in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Ora è accusato dei reati di danneggiamento, violenza sessuale ed atti osceni in luogo pubblico.