Studentessa neo 18enne muore per la droga. “Per regalo aveva chiesto la sua prima dose”

Voleva festeggiare, evadere dalla routine o forse solo sentirsi grande. Voleva provare qualcosa di nuovo, nel giorno del suo compleanno, il diciottesimo, i più importante per tutti perché rappresenta un traguardo.

E invece quel traguardo per lei ha significato passare dalla vita alla morte. Maria Chiara Previtali, studentessa di Amelia, in Umbria, è stata uccisa dall’eroina ed è stata trovata senza vita nel letto del suo fidanzato. La ragazza aveva voluto come regalo per i suoi diciotto anni gli stupefacenti e il suo ragazzo, Francesco, di tre anni più grande, l’aveva accontentata. Così venerdì i due si erano allontanati da Amelia e si erano avventurati in direzione Roma per comprare la droga. «Era il regalo che aveva chiesto per i suoi diciotto anni – ha raccontato disperato il ragazzo, che dopo un primo momento di disperazione, non ha più smesso di parlare, interrogato a lungo dai carabinieri -. Per lei era la prima volta».

Quella droga, eroina probabilmente tagliata male, l’avevano pagata 20 euro. Poi lei si era iniettata la sostanza e probabilmente anche il ragazzo. Francesco si è accorto solamente il sabato mattina che Maria Chiara non si muoveva, era gelida. Probabilmente era morta durante la notte e quando ha chiamato i soccorsi e i sanitari sono giunti sul posto, per la diciottenne non c’era più nulla da fare.

Il nome del giovane è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Terni, che ha aperto un fascicolo con l’accusa di omissione di soccorso. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Amelia guidati dal capitano Raffaele Maurizi e coadiuvati dagli uomini del tenente colonnello Marco De Martino e dai colleghi del comando provinciale, che mirano a scoprire chi abbia ceduto la sostanza stupefacente ai ragazzi.

L’autopsia, che è già stata disposta e verrà eseguita domani a Terni, servirà a chiarire con certezza che tipo di sostanza abbia ucciso la diciottenne.

La famiglia di Maria Chiara, i suo amici e tutta la comunità di Amelia non si danno pace. Cercano una spiegazione logica a una morte illogica. La ragazza, figlia di un operatore della Comunità Incontro di Don Pierino e di un’infermiera, era una sportiva, amava le arti marziali, insegnava judo ai bambini e frequentava l’ultimo anno al liceo scientifico «Donatelli», lo stesso di Flavio Presuttari, il sedicenne di Terni morto a luglio insieme al quindicenne Gianluca Alonzi. In quel caso erano stati i genitori a trovare i due amici senza vita nei letti delle loro camerette, la mattina seguente all’assunzione di una dose di metadone, acquistato per 15 euro da un tossico che frequentava Sert.