Strage di Bergamo, i servizi segreti in azione per insabbiare il più possibile? L’accusa dei parenti delle vittime a Conte e Speranza è durissima: ci sono i testimoni

L’associazione “Sereni sempre uniti”, che riunisce i familiari delle vittime bergamasche del Covid, ha organizzato ieri, in Senato, una conferenza stampa sulla questione della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro. Robert Lingard, consulente del gruppo, ieri a Palazzo Madama ha lanciato una pesantissima accusa: “Mi è stato riferito da fonti che qualche politico avrebbe commissionato alle agenzie di intelligence centinaia di dossier sulle persone che oggi si trovavano al mio fianco a parlare di accountability delle istituzioni”. Pare, dunque, che alcuni politici vicini al governo Conte abbiano commissionato agli 007 italiani dei dossier sui familiari delle vittime del Covid. Il fatto sarebbe di una gravità inaudita.

Come riporta La Verità, è parso che Lingard puntasse il dito su esponenti del governo Conte, tanto che ha parlato di “un dirigente del ministero della Salute”, il quale “si è trovato indagato dopo avere millantato l’esistenza di dossier compromettenti nei confronti di altri funzionari del ministero che osavano criticare la farraginosità della risposta italiana alla pandemia”. Lingard, tuttavia, ammette che non esistono prove documentali: “Certe cose non le lasciano per iscritto”. Secondo i familiari delle vittime, quella imbastita da alcuni apparati dello Stato sarebbe stata una “operazione di training costruita a tavolino per intimidirci o farci percepire come una minaccia dello Stato”.

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Sulla questione del tardivo intervento nella Bergamasca e del piano pandemico italiano non aggiornato è aperto un fascicolo della Procura dl Bergamo. Conclude La Verità: “I parenti dei morti della primavera 2020 hanno lamentato il rifiuto di aprire una commissione parlamentare d’inchiesta e hanno denunciato che molte delle loro richieste di accesso agli atti sono rimaste ‘inevase’. Al convegno in Senato, ieri, oltre a Robert Lingard erano presenti anche Gianluigi Paragone, di Italexit, Gregorio De Falco, di Centro democratico e l’ex generale Pier Paolo Lunelli”.