“Se viene la Meloni mi cadono i c***!”. La leader di FdI: «Ecco come parlano le “brave” sardine» (video)
«Ecco le famose piazze delle sardine contro il “linguaggio d’odio”». Giorgia Meloni smaschera il movimento capeggiato da Mattia Santori. La leader di Fratelli d’Italia pubblica su Facebook un video che la dice lunga sul linguaggio utilizzato dalle sardine: predicano bene e razzolano male. Nel video si vede una piazza con gente che mostra manifesti delle sardine e come sottofondo si sente un ritornello: «Mi cadono i cogl***i se viene la Meloni». Poi, si vede il leader delle sardine, Mattia Santori che dice: «La gente si è stufata di un linguaggio aggressivo e di odio per affermare un pensiero politico. Non si può fare della diversità o del pensiero opposto e diverso un nemico a tutti i costi».
Meloni, la solidarietà del web
Tantissimi i commenti del web al post di Giorgia Meloni. Scrive un utente: «Giorgia tutto questo tornerà a tuo vantaggio…la tua capacità, le tue argomentazioni sempre impeccabili e le tua ironia è la migliore risposta al nulla che avanza». E un altro aggiunge: «Mi sembra il film Forrest gumb. Il protagonista a un certo punto si mise a correre e centinaia di persone lo seguivano dovunque. Lui avanti e la gente dietro… finché dopo aver girato il mondo sempre seguito dalla folla, si fermò e si chiese perché stava correndo. Tornò indietro, e la gente lo seguiva perché era una moda. Ma nemmeno loro sapevano perché correvano. Ecco così vedo queste sardine». E un altro ancora sottolinea: «Cosa pretendete da questo sottoprodotto della sinistra italiana, d’altronde si basa sui valori portanti della sinistra e cioè l’imbroglio e l’ipocrisia. Si definiscono apartitico e non schierato e poi vanno col braccio sinistro alzato e pugno chiuso a cantare Bella ciao. Dicono di non conoscere i quadri di partito della sinistra e poi si scopre che sono a loro libro paga. Si inventano girotondi, ambientalisti, antisistema e poi sono la solita solfa. Purtroppo i media li dipingono per quello che non sono ed è questo il guaio».