Scienza, scoperti su Venere possibili indizi di vita

Nell’atmosfera di Venere potrebbe esserci una qualche forma vita. È stato rilevato un particolare gas, la fosfina, che sulla Terra è legato a microrganismi.

Se ciò dovesse venire appurato vi sarebbe la prima conferma indiretta di vita su un altro pianeta, oltre al nostro. Al momento però non ci sarebbe prova che questa molecola sia stata generata da microrganismi.

Venere somiglia per dimensioni alla Terra

Venere è il pianeta più somigliante alla Terra per quanto riguarda le sue dimensioni. Sicuramente su Venere non è possibile trovare forme di vita perché il clima è infuocato, nella sua atmosfera invece questo è più temperato. Basterebbe quindi salire di qualche decina di chilometri.

Un gruppo di ricercatori guidato da Jane S. Graves della School of Physics and Astronomy all’Università di Cardiff, ha pubblicato un articolo su Nature Astronomy. Secondo il team di studiosi sul pianeta potrebbero esserci processi fotochimici o geochimici sconosciuti. E magari anche la vita sotto forma di batteri, presenti non sulla superficie ma a circa un’ottantina di chilometri da questa. A una distanza di circa 53-62 km sopra la superficie il clima sarebbe più temperato. Qui però vi è la presenza di nubi fortemente acide, ed è strano che la fosfina non venga velocemente distrutta. Un gas come questo dovrebbe infatti ossidarsi rapidamente reagendo con l’ossigeno, oppure fotodegradarsi, a causa dei raggi solari. Averlo invece rilevato, 20 parti per miliardo, potrebbe voler dire che esiste qualcosa che rifornisce in continuazione l’atmosfera andando a produrlo in continuazione.

I ricercatori sono cauti

Come si legge nella nota stampa che accompagna la ricerca, “Jane Greaves e colleghi hanno osservato Venere con il James Clerk Maxwell Telescope e l’Atacama Large Millimeter / submillimeter Array rispettivamente nel 2017 e nel 2019. Hanno rilevato una firma spettrale unica della fosfina e hanno stimato un’abbondanza di 20 parti per miliardo di fosfina nelle nuvole di Venere”. I ricercatori vogliono però essere cauti e vagliare qualsiasi possibile opzione, cercando anche una causa di tipo geofisico o chimico. Nulla però avrebbe fino a questo momento fornito una spiegazione valida. Le uniche due opzioni rimanenti sarebbero un processo naturale finora sconosciuto oppure un’origine biologica. Esisterebbero dei batteri che riescono a sopravvivere in condizioni estreme, anche in ambienti ad alta acidità, o in zone aride. Ancora non è però chiaro se questi siano stati i primi a comparire sul nostro pianeta. Se così fosse, potrebbero essere proprio loro a produrre la fosfina. Sarebbe necessario andare direttamente sul posto per prelevare dei campioni e analizzare direttamente la sua atmosfera.