Saviano annientato: «Nel dna della Polizia c’è solo lo Stato. Taci». L’ira degli agenti

Roberto Saviano annichilito due volte. Una bella lezione. la capirà? «Le donne e gli uomini della Polizia rischiano la vita ogni giorno per assicurare la legalità e la sicurezza dei cittadini. Nel nostro dna c’è solo lo Stato e Roberto Saviano dovrebbe saperlo!». Un ennesima presa di distanza dalle ignobili parole di mister Gomorra arriva in una nota appena diffusa dal segretario generale del Movimento sindacale autonomo di Polizia, Fabio Conestà». Non si placa l’indignazione per l’affronto alle forze di Polizia messo per iscritto da Roberto Saviano in un tweet che non sta cessando di creare polemiche. L’accusava alla polizia di essere “ridotta a servizio d’ordine” di Matteo Salvini è un’offesa irricevibile, tanto che il capo della Polizia Gabrielli, a due giorni di distanza dallo sproloquio livoroso di mister Gomorra, rilascia un vibrante intervista al Corriere della Sera.

«Da Saviano parole false»
«Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel ministro», dice. Giudica del tutto «ingiuste e ingenerose» le parole di Saviano, che nel suo delirio antisalviniano dopo i fatti di Casal Bruciato non ci ha pensato due volte a coinvolgere la Polizia in giudizi indecorosi. «Come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell’Interno viene definito ministro della Malavita, ma non mi sono mai permesso di interloquire», aggiunge riferendosi al titolo diffamatorio con cui Saviano si rivolge a Salvini. «Se però la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false – prosegue il capo della Polizia -, ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto». Pelo e contropelo. Saviano vergogna.

Gabrielli: «Quel tweet l’ho autorizzato io»
Non solo. In merito al tweet sul profilo istituzionale della Polizia di Stato in risposta a quello di Saviano, Gabrielli ha parole nette, che mettono a tacere qualche anima bella che aveva trovato da ridire sulla risposta ufficiale dell’organo di Polizia via social. Gabrelli ha messoa tacere tutti: «Quel tweet non appartiene a un funzionario anonimo sfuggito al controllo dell’amministrazione, ma è stato sollecitato e autorizzato. Se devo dire qualcosa lo faccio in maniera chiara e diretta, senza infingimenti o ipocrisie. Non a caso nella risposta abbiamo specificato che «chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge», riferendoci all’eventuale comportamento illegittimo del singolo poliziotto».