Salvini in aula per diffamazione sfida Carola: “Non vedo l’ora d’incontrare la speronatrice tedesca”

 

Salvini sfida carola sui social. E, corredato da una foto che lo ritrae a fianco della “Capitana” Rackete, Matteo Salvini twitta ironicamente sull’ultima convocazione in aula. Quella che lo vede impegnato in un processo per diffamazione. Dunque scrive: «Mentre milioni di Italiani vivono fra difficoltà. Incertezze e paura, per qualcuno l’importante è preparare altri processi contro di me. Non vedo l’ora di incontrare la simpatica speronatrice tedesca».

Processo per diffamazione: Salvini sfida Carola

Prova a ironizzarci su, l’ex ministro dell’Interno, che annuncia così un altro processo in arrivo legato al periodo del suo mandato al Viminale. Scatenato nel 2019 da Carola Rackete, capitano della Sea Watch 3, proprio nel momento in cui la nave dell’omonima Ong tedesca ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza a Lampedusa. Come si apprende infatti dalle pagine del quotidiano Domani, la procura di Milano ha inviato al leader leghista il decreto di citazione diretta a giudizio. Il che significa che l’ex ministro andrà direttamente a processo, senza passare per l’udienza preliminare. Lui alla sbarra per diffamazione, citato in giudizio da colei che dopo aver violato le acque territoriali e il divieto d’ingresso stabilito dal ministro degli Interni, per entrare a forza nel porto siciliano di casa nostra, ha speronato una vedetta della Guardia Costiera in servizio…

Salvini: “Non vedo l’ora d’incontrare la simpatica speronatrice tedesca”

Un’ulteriore prova di forza, quella messa in atto da Carola Rackete contro Matteo Salvini, che nel giugno del 2019 ha chiuso la lunga estate calda dei migranti con un’ultima sfida al braccio di ferro contro le autorità del governo gialloverde allora in carica, forzando il blocco all’ingresso del porto di Lampedusa dopo aver insistentemente stazionato per diversi giorni nei pressi delle acque territoriali italiane. Matteo Salvini, rivolgendosi alla ragazza tedesca, definì la sua condotta “criminale”. Da qui la decisione di Carola Rackete di denunciare per diffamazione l’ex ministro. Il quale, anche in un successivo post su Facebook, sanzionò a parole «la comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati… pagata non si sa da chi»…

La Rackete tentò anche la strada della denuncia per “istigazione a delinquere”

Ma la Rackete non si è limitata alla diffamazione. Come riferisce in queste ore, tra gli altri, anche il sito de Il Giornale, sul caso la Capitana ha addirittura «paventato la possibilità di una vera e propria istigazione a delinquere attuata nei suoi confronti dall’allora capo del Viminale». All’inizio del 2020 i giudici di Milano hanno chiuso l’indagine, archiviando l’accusa di istigazione. Ma la rivendicazione giuridica in merito alla presunta diffamazione, invece, a breve dovrebbe prevedere il rinvio a giudizio.

Intanto, il tribunale di Roma ha archiviato la denuncia di diffamazione di Casarini

Un appuntamento che Salvini si prepara ad affrontare a pochi giorni dalla risposta del tribunale di Roma a un’indagine molto simile, partita dalla denuncia, sempre per diffamazione, presentata stavolta nei suoi confronti da Luca Casarini, capomissione della Mare Jonio. Una risposta arrivata lo scorso 11 gennaio, con i magistrati della capitale che hanno optato per l’archiviazione del caso, asserendo che «l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha diffamato i membri dell’Ong Mediterranea Saving Humans a bordo della nave Mare Jonio».

secoloditalia.it