Rischia dissanguamento ma ospedale Covid non lo fa entrare

 

Farsi male non è mai una bella cosa ma in questi tempi di emergenza sanitaria legata al coronavirus lo è ancor di più. A causa della riconversione di presidi sanitari in centri dedicati esclusivamente ai malati Covid anche sottoporsi ad un intervento urgente, conseguenza di un incidente domestico, potrebbe risultare un po’ difficoltoso.

Ne sa qualcosa il 60enne di Carmagnola, comune di 29mila abitanti in provincia di Torino, che pur giungendo in ospedale è stato costretto a farsi curare con urgenza sul piazzale perché nel pronto soccorso non era possibile entrare.

A racconta la storia, accaduta lo scorso sabato pomeriggio, è La Stampa che spiega come l’uomo si sia ferito ad un piede mentre stava facendo dei lavori in casa. Non si sa con precisione come si siano svolti i fatti. Quel che è certo è che la situazione è apparsa subito seria in quanto dall’arto vi era una copiosa perdita di sangue.

Così, senza perdere tempo, il ferito aiutato da un vicino di casa è corso al polo sanitario San Lorenzo. I due speravano in un intervento rapido ed invece il personale li ha bloccati prima dell’ingresso. Il presidio, infatti, era stato convertito dall’Unità di crisi del Piemonte, assieme ad altri 15 in tutta la Regione, in un centro dedicato esclusivamente ai malati Covid.

Decisione che ha suscitato fin da subito lamentele e proteste da parte della popolazione.

“Deve andare al pronto soccorso di Moncalieri”, avrebbero spiegato al ferito. Un cambio di programma che comportava non pochi problemi. Sono circa 20 i km di strada da fare per raggiungere l’ospedale. Ma di tempo non ve ne era tanto vista la serietà della ferita.

Constatata la situazione, ecco che accade l’impensabile. L’uomo è aiutato a scendere dall’auto e viene fatto stendere sul piazzale. È qui che i volontari della Croce rossa e un paio di infermieri gli medicano alla meglio la ferita. Fatto ciò, il paziente viene trasferito con un’ambulanza.

La storia dovrebbe essere finita bene ma i cittadini sono preoccupati. Se si dovesse ripresentare una emergenza, si chiedono, come si farà?

L’Asl To5, quella di competenza ,tira in ballo le disposizioni regionali. “L’ospedale ha fatto tutto quello che doveva per soccorrere il ferito, pur in una situazione di emergenza dettata dal Covid. Chi ha bisogno del pronto soccorso oggi deve chiamare il 118”, hanno spiegato i responsabili che hanno fatto presente che esistono direttive regionali ma le ambulanze sono sicure e gli operatori sanno sempre dove portare malati e feriti.

Giustificazioni che non placano le polemiche. Il comitato “Carmagnola Città Viva” parla di “situazione pericolosissima” e spiega che “chiudere un pronto soccorso significa privare la popolazione della prima forma di assistenza”.

Pasquale Sicilia, presidente del comitato, ha spiegato a ilgiornale.it che lo scorso 28 ottobre è stato chiuso il pronto soccorso dell’ospedale San Lorenzo di Carmagnola”al fine di recuperare il personale sanitario da adibire ai reparti Covid che sono in emergenza e saturazione”.

Nonostante ciò “continuano a presentarsi pazienti provenienti anche dai comuni vicini che utilizzano mezzi propri”. Una situazione che sta creando problemi.

Sicilia, infatti, ha raccontato che lo scorso sabato, oltre all’uomo già citato, nello stesso presidio sanitario si è presentato anche un bambino con una ferita alla mano.

“Questi fatti- ha sottolineato il presidente di “Carmagnola Città Viva”- ci portano a pensare che sia stata una carente comunicazione nei confronti della cittadinanza”.

Sicilia ha evidenziato che Carmagnola “ha un territorio molto vasto e trovo, quindi, incomprensibile che, anche nell’ottica di ottimizzare i servizi, si chiuda un pronto soccorso che rappresenta da sempre il primo presidio per le emergenze.

Credo che sarebbe stato conveniente lasciarlo aperto, specialmente in un momento come questo, con i cittadini che stanno vivendo l’incubo del Covid. Non è condivisibile il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera dell’Asl To5 attuato dalla Regione Piemonte”.

Il presidente del comitato ha poi concluso affermando che “ci troviamo in una situazione che sta cominciando ad essere rischiosa per i pazienti non covid che recandosi al pronto soccorso non riceverebbero un’adeguata assistenza, poiché al momento la priorità sono i pazienti covid”.

Per far sentire la voce dei cittadini che protestano per l’attuale situazione “Carmagnola Città Viva” ha annunciato che prossimamente sarà organizzato un flash mob davanti all’ospedale.