“Quel cretino lo incastrano”. Garlasco, quella vecchia telefonata del papà delle gemelle Cappa
Quasi diciotto anni dopo il tragico omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nella tranquilla cittadina di Garlasco, in provincia di Pavia, il caso torna improvvisamente al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. La Procura di Pavia ha deciso di riaprire le indagini, alimentando speranze e interrogativi su una verità ancora sfuggente.
Nuove piste e vecchi sospetti
L’inchiesta, condotta finora con grande riservatezza, si arricchisce di elementi inediti: intercettazioni dimenticate, rapporti familiari ambigui e sospetti mai approfonditi. Tra le novità più inquietanti, spicca una vecchia intercettazione telefonica risalente ai giorni successivi al delitto. In essa, Ermanno Cappa – figura influente a Garlasco e cugino della vittima – si rivolge alla figlia Stefania con parole che riaccendono i sospetti: “Quel cretino lì se devono incastrarlo lo incastrano”. La frase, inizialmente considerata irrilevante, ora viene analizzata come un possibile indizio di dinamiche nascoste.
Il ruolo dei Cappa e le relazioni familiari
Le indagini si concentrano anche sui rapporti tra le famiglie coinvolte. Le sorelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, avevano libero accesso alla villetta di via Pascoli, conoscevano bene l’impianto d’allarme e avevano un rapporto stretto con la vittima. Tuttavia, non furono mai sottoposte a indagini o perquisizioni, nonostante la loro vicinanza alla scena del delitto. La telefonata di Stefania, intercettata pochi giorni dopo l’omicidio, rivela un forte nervosismo: “Ho detto: potete prendere tutta la mia casa! Le biciclette, le scarpe, tutto!”. Un atteggiamento che, secondo gli inquirenti, potrebbe nascondere qualcosa.
Inoltre, alcune intercettazioni mostrano un tono ironico e ambivalente da parte di Stefania, che scherza sulla propria testimonianza e sull’attenzione mediatica, alimentando dubbi sulla sua reale collaborazione con le indagini.
Il mistero di Marco Demontis Muschitta e le telefonate anonime
Tra i protagonisti di questa intricata vicenda torna anche Marco Demontis Muschitta, testimone che aveva dichiarato di aver visto Ermanno Cappa nei pressi della villetta la mattina del delitto, poi ritrattando. La sua testimonianza e le successive querelle legali aggiungono un ulteriore tassello a un mosaico già complesso.
Un altro elemento di grande interesse riguarda le telefonate anonime ricevute da Chiara il giorno dell’omicidio. Analisi recenti hanno rivelato 21 chiamate effettuate da Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, concentrate nei momenti immediatamente precedenti e successivi al delitto. Le chiamate, alcune da via Pascoli e altre dal cellulare di Sempio, sono al centro di nuove valutazioni da parte degli investigatori.
Un quadro ancora da chiarire
Nonostante gli anni trascorsi, il caso Poggi rimane avvolto da un alone di mistero. Il DNA trovato sulla scena del crimine suggerisce la presenza di almeno un’altra persona oltre Alberto Stasi, il principale sospettato fin dall’inizio. La frase di Ermanno Cappa, “Quel cretino lì se devono incastrarlo lo incastrano”, ora assume un peso diverso: potrebbe essere solo uno sfogo o il riflesso di una consapevolezza più profonda, ancora da esplorare.