Pronti a far cassa con le tasse “Rinviare? Ci servono i soldi”

 

Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il decreto Ristori bis per stanziare nuovi aiuti per commercianti, partite Iva e ristoratori, modulandoli in base alle restrizioni regionali previste dal nuovo Dpcm.

Il governo vuole così estendere i ristori a tutti quei comparti che sono rimasti fuori dagli aiuti precedenti (ambulanti, pizzerie e wedding) e integrare gli indennizzi per le attività che saranno ulteriormente colpite dalle rigide norme. In tal senso è arrivato l’annuncio del premier Giuseppe Conte: “Ci siamo resi conto che i ristori già liquidati, i contributi a fondo perduto, erano modesti. Li abbiamo moltiplicati. Serve liquidità, ce ne rendiamo perfettamente conto”. La linea è quella di un urgente bisogno di liquidità, da calcolare sui fatturati: “Per esempio un piccolo ristorante che con il precedente lockdown aveva ricevuto 2.600 euro ne avrà 5.200”.

Ma quali ristori sono elemosine

Intervenuto al Food Festival del Corriere della Sera, il presidente del Consiglio ha fatto sapere che nel nuovo decreto che entrerà nelle prossime ore in Cdm è stato creato un fondo con delle risorse per garantire “stanziamenti immediati” qualora dovessero esserci variazioni da una fascia all’altra, tra zone gialle, arancioni e rosse. “Capisco il senso di ingiustizia degli imprenditori, ma non fermiamoci solo ai protocolli”, è l’invito del capo della maggioranza giallorossa. Che ha ribadito come, nonostante siano stati stanziati miliardi per la scuola, i trasporti e le università, “la pandemia è arrivata e adesso dobbiamo adottare delle misure diversamente graduate per uscirne”.

“Non abbiamo i miliardi”

Nel dl Ristori bis dovrebbe esserci la cancellazione della seconda rata Imu, il credito di imposta al 60% sugli affitti di settembre, ottobre, novembre, dicembre, la decontribuzione per i dipendenti e il rinvio dei versamenti per chi ha gli Isa. I conti però non tornano: la manovra 2021 è tutta in salita. Conte ha comunque bocciato l’ipotesi di una rimodulazione sull’Iva per portarla fino al 4%: “Comporta un ammanco di svariati miliardi. Così secca mi pare improbabile, ogni punto d’Iva costa miliardi e non li abbiamo”. Piuttosto vede una rimodulazione dell’Iva nell’ambito di una complessa riforma fiscale. Ma ora l’intento è quello di creare “una cintura di sicurezza da parte dello Stato per stringere i denti in queste settimane”.

“Servono entrate…”

Si parla anche della possibilità di sospendere a dicembre il versamento degli acconti 2021. Sono in corso tutte le valutazioni con il Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Si tratta di soldi importanti e dobbiamo entrare nell’ottica che lo Stato è un’azienda, che riceve entrate e quando genera flussi di casse può generare uscite, non tiene i soldi per se”. È stato fatto uno scostamento di bilancio di 20 miliardi, andando in deficit proprio per sostenere le misure per fronteggiare i danni provocati dall’emergenza Coronavirus. “Ma differire tutti i flussi di cassa significa anche compromettere i flussi in uscita”, ha specificato.

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