Prete con due fucili in casa: un mio diritto sparare ai ladri per legittima difesa

«Io prima di tutto sono un cittadino italiano, poi sono un credente e, al terzo posto, sono un prete. Ma, per prima cosa, sono un cittadino. E penso di avere dei diritti. Uno di questi è, per me , la legittima difesa. Se un ladro entra non lo ucciderei, ma gli metterei paura: dal ginocchio in giù, dopo aver esploso un colpo in aria, gli si potrebbe anche sparare».

Don Antonio Mandrelli, parroco della chiesa di Madonna delle Grazie di Castelfranco a Pietralunga, in provincia di Perugia, s’è visto sequestrare dai carabinieri i 2 fucili che aveva in casa, una carabina e un sovrapposto, per aver portato fuori casa le armi per farsi fotografare dopo aver subito l’ennesimo furto.

Va bene la misericordiosa raccomandazione cristiana di “porgere l’altra guancia” ma a tutto c’è un limite. E anche Don Antonio Mandrelli sembra aver trovato il suo di limite alla pazienza dopo l’ennesimo furto subito. Oltre quel limite c’è appunto, secondo il prelato, il diritto alla legittima difesa.

Settantatrè anni, Don Antonio, che si definisce un «prete contadino, un pastore di anime e del corpo», non ha problemi ad ammettere di essere «d’accordo con Salvini» e di simpatizzare per la Lega. Ma il punto, per quanto legittimo, non è neanche questo: «Sono a favore alla legittima difesa – chiarisce – perché le persone per entrare in casa devono bussare o suonare il campanello. Se uno entra, invece, senza permesso è un potenziale ladro e anche assassino».
Ovvio che queste posizioni, legittime e di buonsenso, non vadano a genio a certi buonisti.

Ma il prete, al quale i carabinieri hanno trovato e sequestrato, oltre al sovrappostoe alla carabina, anche alcune cartucce non denunciate e tenute in modo non sicuro, non sembra per nulla preoccupato di rovinare la recita buonista. E se, da un lato, ringrazia urbi et orbi la Madonna perché i malviventi non sono riusciti a trovare una busta contenente 200 euro, dall’altro avverte gli stessi malviventi, casomai sfiorasse loro l’idea di ritornare sui propri passi: «ho il mio salvavita». Cioè il fucile. Legittima difesa permettendo.