Preservativo di cittadinanza, l’ultima follia grillina costa 50 milioni di euro

Ci mancava solo questo. Potrebbe arrivare presto il «preservativo di cittadinanza», l’ennesima idea geniale partorita dalla mente di una trentina di senatori del M5S che ne hanno fatto oggetto di un disegno di legge, presentato per arrivare a ridurre l’Iva «sui profilattici maschili e femminili per la prevenzione delle malattie e infezioni sessualmente trasmissibili». Lo apprendiamo da una inchiesta del Tempo. «Servirà a combattere le malattie tra i giovani», affermano i senatori che l’hanno proposta (tra questi Marinello, Sileri, Castellone, Bottici, Catalfo, Leone, Drago, Guidolin). Ci sono innanzitutto ragioni di salute per abbassare l’Iva, e dunque il prezzo, dei preservativi. «Le infezioni sessualmente trasmesse costituiscono un esteso gruppo di malattie infettive diffuso in tutto il mondo, che può essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno». Specificano anche le infezioni più diffuse: «Candida vaginale, clamidia, herpesgenitale, HIV e AIDS, papillomavirus umano, trichomonas vaginalis, pediculosi del pube, sifilide».

Profilattici troppo cari
Peraltro, aggiungono, «i giovani tra 15 e 24 anni rappresentano la fascia di età più esposta allo sviluppo di queste patologie». A corredo di questo disegno di legge i grillini portano i dati dell’Istituto superiore della Sanità sugli agenti rsponsabili di tali infezioni che prendono i giovani tra i 15 e i 24 anni. «Dopo il 2000 -scrivono – i casi di sifilide I e IIsono aumentati del 350 per cento rispetto agli anni Novanta». Il 22 pr cento è l’Iva attualmente prevista sui preservativi. Il che li rende abbastanza costosi, spiegano i senatori M5S nelle conclusioni del disegno di legge. La richiesta dei senatori grillini è, pertanto, passare dal 22 al al 10%. Costrà 50 milioni di euro all’anno.