Pordenone, i migranti si rifiutano di lavorare per il Comune. La coop: “Sono troppo impegnati per spostarsi”

 

Grave denuncia di Eligio Grizzo, vicesindaco di Pordenone, che dichiara di non riuscire a trovare richiedenti asilo disponibili a svolgere alcune mansioni socialmente utili all’interno del comune.

Un tempo nel paese friulano si erano proprio svolte delle attività in cui gli stranieri venivano impiegati in alcuni lavoretti utili alla comunità ma, a quanto pare, qualcosa deve essere cambiato. Gli ospiti delle strutture d’accoglienza, infatti, non avrebbero sufficiente tempo a disposizione per rispondere alle richieste del comune.

Intervenendo su “Il Gazzettino” Eligio Grizzo, il quale fra l’altro ricopre la carica di assessore alle Politiche sociali, racconta di essersi più volte sentito rispondere dalle cooperative che i migranti sono “troppo impegnati per spostarsi”.

Una vicenda che ha dell’incredibile, dato che mettendosi a disposizione del comune gli stranieri potrebbero effettivamente trovare un’occupazione e contribuire al benessere della cittadina che li ospita, provvedendo alla pulizia delle aree verdi o delle strade. Questo solo per fare un esempio.

A quanto pare, tuttavia, i progetti in cui vengono coinvolti dai centri d’accoglienza richiedono così tante ore che gli stranieri non possono in alcun modo trovare anche il tempo per dedicarsi ad altro.

“La risposta che ci arriva sempre più spesso è questa: i richiedenti asilo attualmente sono troppo impegnati e non possono prestare la loro opera”, spiega il vicesindaco.“Per noi, quindi, è a conti fatti impossibile impiegarli per i lavori socialmente utili di cui abbiamo bisogno”.

A tenere impegnati i circa 800 richiedenti asilo ospitati nei centri di Pordenone diversi corsi formativi che rientrano nel programma di integrazione, e che prevedono parecchie ore di insegnamento della lingua italiana ed altre attività finalizzate ad aiutarli a trovare un impiego.

“Spesso – conclude Grizzo – ci sentiamo rispondere che i migranti che vorremmo far lavorare devono seguire lezioni di italiano, o che sono impegnati in lezioni che serviranno loro a trovare un lavoro in futuro. Vorremmo tanto poter riavviare i progetti già sperimentati in passato, ma ad oggi sembra davvero impossibile”.

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