Polemica sul tour della Cirinnà nelle scuole: “Così indottrina i ragazzi”

 

“Bisogna riconoscere tutti gli amori e tutte le famiglie, non c’è differenza tra la mia famiglia e quella di due uomini o di due donne”.

Sono le parole pronunciate dalla senatrice del Pd, Monica Cirinnà, durante un incontro in streaming con gli studenti dell’ l’I.I.S. “Leonardo da Vinci” di Maccarese-Fiumicino. L’iniziativa rientra nel progetto “A scuola di genere”, promosso dallo stesso istituto con il patrocinio della Regione Lazio, della Pro Loco Fregene-Maccarese e del comune di Fiumicino, guidato da Esterino Montino, di cui Monica Cirinnà è moglie.

Ma questa non è l’unica conferenza dedicata ai ragazzi alla quale la madrina delle unioni civili prenderà parte. Per venerdì prossimo è previsto un altro “live” con i giovani alunni dell’ Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore Pietro Giordani di Parma. I temi sono sempre gli stessi: “Rispettare e far rispettare i diritti di tutti” e “mettere in pratica il motto che ci invita ad essere uniti nella diversità”. Ma qualcuno già parla di “indottrinamento ideologico”.

A sollevare il caso sono le associazioni pro life, che accusano gli istituti coinvolti di non aver chiesto il consenso informato dei genitori dei ragazzi che hanno dovuto ascoltare il monologo della senatrice. Il punto è che i temi affrontati sono parecchio divisivi. Basti pensare al polverone sollevato dal caso del liceo Giulio Cesare di Roma, dove la preside aveva deciso di vietare i corsi organizzati dal collettivo scolastico su aborto e gender, proprio per la mancanza di contraddittorio e la necessità di informare le famiglie.

Eppure, secondo un articolo apparso sul blog di Pro Vita e Famiglia, i genitori dei ragazzi, almeno nel caso di Parma, non sarebbero stati interpellati sulla opportunità o meno di far partecipare i loro figli alla lectio magistralis della Cirinnà che anche all’Istituto Giordani, secondo quanto si evince dalla locandina dell’evento, si svolgerà, come per la scuola di Fiumicino, senza contraddittorio.

 

Al Leonardo Da Vinci, ad esempio, la senatrice ha parlato lungamente di eutanasia. Una questione che spacca a metà il Paese e che, accusano le associazioni, è stata affrontata in modo univoco “portando come esempio virtuoso la morte di dj Fabo” ed elogiando le gesta di Marco Cappato.

È mancato, insomma, un “approfondimento serio”, mentre i genitori sono stati di fatto “silenziati”, è l’accusa mossa da Pro Vita e Famiglia. “È necessario oggi più che mai alzare la voce, rivendicando la piena e consapevole partecipazione dei genitori ai progetti extrascolastici che, innanzitutto, vanno definiti come tali, mentre spesso vengono svolti in orario curriculare”, protesta l’associazione.

Al coro delle voci critiche si aggiunge anche quella di Massimo Gandolfini, presidente del Family Day. “La scuola pubblica quando deve trattare temi eticamente sensibili, deve rispettare due regole: il consenso informato da parte dei genitori e la regola contraddittorio dei relatori – spiega al Giornale.it – altrimenti si trasforma in un luogo di indottrinamento ideologico e politico”.

“Il fatto che venga chiamata una senatrice impone l’invito di un altro relatore che abbia una visione diversa”, sottolinea. “Oltre tutto – rimarca – è davvero poco elegante che la sentrice Cirinnà vada a parlare in una scuola pubblica del comune di cui il marito è sindaco”. “La preside del Giulio Cesare – va avanti Gandolfini – è stata linciata da tutti i giornali solo per aver fatto esattamente il suo dovere e cioè quello di chiedere il contraddittorio su un tema sensibile come l’aborto”.

“Perché – conclude – alla Cirinnà bisogna spalancare le porte? Mi sembra si stiano usando due pesi e due misure”.

 

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