PICCOLO MATTIA, LA FOLLA PRESENTE AL FUNERALE RIMANE SENZA PAROLE: ECCO COS’È SUCCESSO

Una giornata troppo difficile, per tutti gli italiani, questa. E’ arrivato il momento di salutare il piccolo Mattia Luconi; il bimbo di 8 anni che è stato travolto dalla potenza e dalla forza dell’acqua, durante l’alluvione che si è abbattuta nelle Marche il 15 settembre.

Nonostante lo scorrere del tempo, i suoi genitori, Silvia e Tiziano, non hanno mai voluto immaginare il peggio; hanno continuato a sperare che, magari, potesse essere riuscito a mettersi in salvo da qualche parte, magari su un albero.

Purtroppo ogni speranza, in quella che è sempre stata una corsa contro il tempo, è stata vanificata, con il ritrovamento del corpicino senza vita del povero Mattia, dopo 8 giorni dalla sua scomparsa. Aveva ancora indosso la magliettina verde e gialla che portava il giorno in cui l’onda marrone del Nevola lo ha strappato dalle braccia della madre.

Oggi è il giorno del distacco terreno, quello in cui ci si sta rendendo conto che Mattia è stato strappato in un modo spietato, crudele, improvviso, da questo mondo. Prima il ritrovamento dello zainetto scolastico e di un lembo di felpa, poi quello del paio di scarpe da ginnastica, hanno gettato tutti nello sconforto.

Nonostante questo le ricerche sono proseguite, con ogni mezzo possibile, fino a quando ogni speranza è stata vanificata. Un dolore immane, una ferita che non si rimarginerà mai.

Sono davvero in tanti coloro che sono accorsi nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Barbara per dare l’ultimo saluto al piccolo Matty. Inevitabile la commozione. Le lacrime sgorgano sui volti cupi di tutti coloro che hanno amato questo splendido angelo, mentre i bambini tengono in mano una rosa bianca per accogliere il feretro bianco, coperto di corone di fiori bianchi, che sono state deposte in quantità anche davanti all’altare della chiesa.

L’arrivo del feretro è stato accolto da un silenzio surreale, alla presenza dei sindaci di Barbara, San Lorenzo in Campo e Castelleone di Suasa, con i gonfaloni di Barbara e San Lorenzo retti dagli agenti della polizia locale e i vigili del fuoco in ‘picchettò davanti all’ingresso della chiesa.

Non si riesce ad immaginare come Mattia possa essere stato strappato alla vita, con tutti i suoi sogni, con tutta l’energia di un bimbo che avrebbe dovuto correre, divertirsi, giocare, assieme ai suoi compagni. Era felicissimo Matty, di aver ricominciato la scuola, la terza elementare, solo un giorno prima della tragedia in cui ha perso la vita.

Il suo banco vuoto è l’esempio di come la natura, imprevedibile, in breve tempo, stravolga i destini. Troppo forte da sopportare il dolore dinnanzi alla bara bianca che è stata vegliata dai suoi genitori, Silvia e Tiziano. Il papà l’ha accarezzata a lungo, come se volesse accarezzare il soffice volto del suo piccolino, mentre mamma Silvia, con Mattia al momento in cui la maledetta onda se l’è portato via, non ha mai smesso di fargli ascoltare le canzoni dei cartoni animati che tanto amava.

E’ il momento del silenzio, del raccoglimento, della preghiera, con tutta la comunità unita, stretta nel dolore, attorno a due genitori rimasti orfani del loro unico figlio, che sono crollati emotivamente. Si continua a fissare la bara bianca, a chiedersi perché, perché sia accaduta una simile disgrazia. Tre comunità, quella di Barbara, Castelleone di Suasa e San Lorenzo in Campo dove Matty viveva con la sua mamma, sono diventate una sola, per rendere omaggio a questo piccolo.