Piccola Diana, ai funerali era presente anche lei: fedeli sotto choc

E’ tantissima la gente che si è radunata per dare l’ultimo saluto alla piccola Diana, tra la commozione, lo strazio, la disperazione, i mille perché ai quali non si riesce a dare una spiegazione.

Sono 150 le persone che non ce la fanno a trattenere le lacrime, che non riescono a capitarsi di una morte così spietata, crudele. Intanto nella chiesa ci sono la nonna, madre di Alessia Pifferi, che ha ricevuto le condoglianze del sindaco di Milano Sala prima dell’inizio dei funerali, e la zia Vanessa.

Tutte urlano il nome di Diana, la salutano per l’ultima volta. Scene difficili da reggere, che fanno venire i brividi mentre si guarda la bara bianca con sopra una corona di rose, simbolo della sua purezza.

Un silenzio tombale, commosso, impotente, dinnanzi all’ennesima vittima di colei che l’ha generato. Dopo Elena Del Pozzo, è toccato a Diana e chissà a quanti altri piccoli. Quanto durerà questa mattanza?

Non ci si spiega come possa una madre aver sacrificato sua figlia per una storia d’amore che forse non sarebbe proseguita, perché certezze non ce n’erano e che oggi si ritrovata tra le mura di un carcere, dopo aver chiesto di partecipare ai funerali.

Ma non ha ancora realizzato, a detta dei suoi legali, cosa ha commesso. Cosa sarebbe successo se solo si fosse presentata in chiesa, considerando l’opinione che tutti hanno? E così sono avvenuti i funerali dell’ennesimo angelo che, con la sua purezza e innocenza, è stata strappata alla vita da colei che l’ha messa al mondo. Uno dei figlicidi più efferati, un qualcosa talmente contro natura che non esistono commenti che esprimono una parola verso colei che si è macchiata di questo reato.

L’opinione pubblica è schierata contro Alessia Pifferi che per tutti non è la mamma ma l’assassina. Infondo, come si può definire madre chi uccide il sangue del suo sangue? In tanti coloro che, in questi giorni, stanno inviando email alla Procura di Milano, che indaga sul caso, chiedendo una pena esemplare.

Capiamo bene che è difficile usare la parola madre, emblema di chi genera la vita, per chi la vita l’ha generata e l’ha strappata per poter vivere liberamente la sua relazione. Diana avrà un anno e mezzo per sempre, non dimentichiamocelo. Il suo corpo giace in una bara bianca e nessuno potrà ridarcela indietro. Se l’esito degli esami tossicologici parla di bimba narcotizzata, la posizione della Pifferi si aggreverebbe, in quanto le verrebbe riconosciuto il dolo pieno e la premeditazione.

Diana è stata sedata? Le sono state somministrate gocce di benzodiazepine prima di andare incontro ad una lenta agonia senza che nessun vicino sentisse un suo pianto? L’unica certezza, al momento, è che è morta da sola, nel degrado più totale e nel disperato tentativo di salvarsi.

Non ci sono parole, vengono meno di fronte ad una simile tragedia che lascia l’Italia, ancora una volta, scioccata. L’ennesimo angelo volato in cielo prematuramente, con la sua candida innocenza mentre il cielo piange, in questa torrida estate che sta seminando ovunque orrore e morti… morti che, a volte, potevano essere evitate con l’amore e con la cura. Quelle che sono mancate a Diana.