Pena dimezzata all’assassino. La giudice: “C’è omicidio e omicidio….”

“C’è omicidio e omicidio…”. Si giustifica così il giudice Silvia Carpanini all’indomani delle polemiche per la riduzione della pena dell’assassino che aveva accoltellato e ucciso la moglie dopo aver scoperto che la donna non aveva lasciato l’amante.

“Ho preso una decisione ponderata e l’ho motivata con una sentenza – ribatte il magistrato in una intervista al Corriere della Sera – si tratta del libero convincimento di un giudice, non c’è niente di cui discutere e men che meno c’è da polemizzare”.

Per l’omicidio commesso a Rivarolo (Genova) nell’aprile del 2018, la pm aveva chiesto che Javier Napoleon Pareja Gamboa, operaio 52enne rimanesse in carcere trent’anni. La condanna, però, è stata quasi dimezzata: sedici anni, grazio allo sconto di un terzo della pena sommato alla concessione delle attenutanti generiche. Come spiegato dal Secolo XIX, il giudice Carpanini ha riconosciuto all’assassino le attenuanti visto che l’uomo era mosso “da un misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento […] ha agito sotto la spinta di uno stato d’animo molto intenso, non pretestuoso, né umanamente del tutto incomprensibile”. L’omicidio, quindi, non è stato provocato da un moto di gelosia fine a se stesso, come si legge nelle motivazioni della sentenza, “ma come reazione al comportamento della donna, del tutto incoerente e contraddittorio, che l’ha illuso e disilluso nello stesso tempo”.

La decisione de giudice ha scatenato polemiche infinite. Matteo Salvini ha detto, senza mezzi termini, che certi assassini “devono marcire in galera”. Ma la Carpanini non accetta di essere criticata e difende la propria scelta di aver scontato la pena a Javier Napoleon Pareja Gamboa. “Non intendo giustificare quello che ho scritto”, ribatte nell’intervista al Corriere della Sera. “Salvini può pensarla come meglio crede – incalza, poi, il magistrato – ma vale sempre e per tutti il fatto che bisognerebbe conoscere bene i casi prima di criticare…”. Quindi spiega perché, a suo avviso, trent’anni di carcere sarebbero stato eccessivi: “Questo signore se n’era andato volontariamente in Ecuador proprio per lasciare spazio alle scelte della moglie. Lei lo fa tornare promettendogli un futuro e lui scopre invece che praticamente c’era l’amante in casa. Tutto nel giro di poche ore…”.