Patto tra Sindaco e Foti, così è nato il metodo Bibbiano
Spazi pubblici destinati agli operatori dell’Asl e gestiti, senza passare dalle obbligate gare d’appalto, dalla onlus Hansel e Gretel, al fine di avvantaggiare l’associazione di Claudio Foti e permettergli di guadagnare ingenti somme di denaro attraverso le sedute di psicoterapia ai minori individuati dai servizi sociali della Val D’Enza.
In barba alla legge, i “demoni” di Bibbiano, avrebbero organizzato, di comune accordo, gli step per mettere in atto il progetto che sarebbe stato il fiore all’occhiello del sistema di affidi illeciti. Tra le menti del gioco illegale, secondo quanto emerso dalle ultime affermazioni dei pm, anche l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Secondo le indagini della procura coordinate dal pm Valentina Salvi e dal procuratore Marco Mescolini, e ormai giunte a conclusione, il primo cittadino di Bibbiano (nonchè delegato dell’Unione Comuni Val d’Enza alla specifica materia delle politiche sociali), avrebbe favorito l’indagato Claudio Foti “al fine di consentire a quest’ultimo la prosecuzione illecita del servizio di psicoterapia”.
Secondo il pubblico ministero, Carletti avrebbe portavano avanti il progetto, già avviato in precedenza, di una comunità che avrebbe ospitato ben 18 minori in affido. I piccoli sarebbero stati affidati alle cure “malsane” di Claudio Foti perchè individuati, dagli operatori dei servizi sociali, come presunte vittime di maltrattamenti o abusi sessuali. Sarebbe stato proprio Andrea Carletti a proporre di implementare l’idea del piano, che avrebbe dovuto prendere il nome di “Utopia”, a Bibbiano. Ora il sindaco Dem si ritrova indagato per abuso di ufficio e falsità ideologica.
Per questo progetto, sottolinea l’avviso di conclusione indagini, “era stato già predisposto il progetto planimetrico, la suddivisione dei ruoli e concordata la retta giornaliera di 250 euro a minore in cui risultava già incorporato il servizio di psicoterapia specialistica”. Terapia che era stata già interamente affidata al centro studi Hansel e Gretel il quale avrebbe occupato con la propria sede un edificio adiacente alla nuova comunità di minori, curando, “verso corrispettivo, la formazione degli operatori sociali”.
La nuova comunità, figlia del sistema di affidi da sempre portato in alto da Carletti e sponsorizzato come un’esempio di eccellenza nell’ ambito della lotta agli abusi sui minori, sarebbe stata gestita dalla Onlus “Rompere il Silenzio”, del cui direttivo anche alcuni indagati, tra cui lo stesso Claudio Foti e il suo attuale legale difensore Andrea Coffari. Mentre le attività del centro, riportano i pm, sarebbero state finanziate “dall’Ente Pubblico per il tramite delle rette-affido”. Rette che avrebbero portato un incasso annuale, già calcolato, di circa 130.00 euro di cui 30.000, “secondo gli accordi già presi, sarebbe stato versato, a titolo di contributo, per le attività della stessa ‘Rompere il Silenziò”.
Un bottino non da poco, se si considera che quei soldi entravano nelle casse della Hansel e Gretel nonostante una legge regionale prevedesse, per la gestione del servizio di psicoterapia della Val d’Enza, la competenza della Asl di Reggio Emilia. I cui professionisti avrebbero potuto offrire il servizio “gratuitamente”. E così facendo, l’accordo sottobanco per l’assegnazione degli spazi comunali alla onlus di Foti, sarebbe costato alla pubblica amministrazione ben 200mila euro.
Con l’aggravante che, secondo i pm, i protagonisti dell’inganno avrebbero “intenzionalmente” raggirato la legge omettendo di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia avente un importo superiore a 40.000 euro. Così, a quanto si legge nel provvedimento, secondo la procura, “Anghinolfi, in qualità di dirigente del servizio sociale integrato Val d’Enza, Monopoli, in qualità di assistente sociale dell’Unione Val d’Enza, Carletti, in qualità di Sindaco di Bibbiano, Colli, Sindaco di Montecchio Emilia e Presidente dell’Unione Val d’Enza dall’aprile 2015 all’aprile 2018, Campani, in qualità di responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Unione Comuni Val d’Enza e Canei, in qualità di istruttore direttivo, procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel i cui membri Foti Claudio, Bolognini Nadia e Testa Sara esercitavano sistematicamente, a nessun titolo, il servizio di psicoterapia, a titolo oneroso, con minori assertamente vittime di abusi sessuali e/o maltrattamenti, consentendo ai medesimi l’utilizzo gratuito dei locali della pubblica struttura “La Cura” di Bibbiano, messi a loro disposizione dall’Unione Comuni Val d’Enza (che pagava il canone annuale di locazione e connesse spese di gestione)”
In questo modo i professionisti ideatori dell’inganno avrebbero “assicurato l’ingiusto profitto corrispondente a 135,00 euro l’ora per ogni minore (a fronte del prezzo medio di mercato della medesima terapia del valore di 60/70,00 euro l’ora) nonostante la Asl di Reggio Emilia potesse farsi carico “mediante i propri professionisti” e “gratuitamente” del predetto servizio pubblico.”